Borghi da incubo

Quando arriviamo in un borgo, in un paese, dovremmo mandare a memoria la frase di Sidney Sheldon che scriveva:  “prova a lasciare la Terra un posto migliore di quando sei arrivato”.

Nel programma italiano Cucine da incubo, mutuato dal format inglese Ramsay’s Kitchen Nightmares, lo chef Antonino Cannavacciuolo ispeziona, dapprima, l’aspetto estetico, igienico e, poi, la qualità delle proposte culinarie del ristorante di turno da salvare. Ma non si ferma a questo: osserva lo staff durante il servizio, gli errori commessi nel retro cucina e in sala. Infine, cura il restyling della cucina compreso il menù, proponendo anche delle alternative coerenti con il posizionamento del brand del locale. 

E questo cosa c’entra con i borghi? 

Mutuando il format dovrebbe esistere anche un Borghi da incubo. Chissà che dopo questo articolo non ci pensi Netflix o qualche altra Casa di Produzione! 

Ma a cosa servirebbe un format così? 

Nel momento esatto in cui contempliamo ogni giorno le classifiche dei borghi più belli d’Italia, nel tempo in cui non c’è un solo quotidiano online e cartaceo, italiano e internazionale,  in cui non si innalzi, naturalmente a ragione, la bellezza dei nostri campanili, proprio adesso bisogna dirla tutta: i borghi sono magnifici, ma hanno accumulato brutture e storture di ogni tipo dagli anni ‘70 in poi. 

Borghi spesso meravigliosi, anzi strepitosi, che appena esci dalle rappresentazione dei loro scorci da cartolina mostrano le loro orrende architetture, i colori improbabili o inesistenti. Ma non solo: pali della luce inadeguati, posizionati alla meno peggio o tanto energivori, segnaletica verticale e orizzontale dismessa, strisce pedonali invisibili, marciapiedi pericolosi, piste ciclabili dirute o inesistenti.

In certi paesi, appena arrivi, ad accoglierti, spesso, trovi un agglomerato di case che prendono a sberle la bellezza del borgo antico, le sue origini architettoniche, la sua storia. Dino Risi affermava: “in ogni bel borgo o paese, c’è sempre una brutta casa moderna”. 

E’ un ‘benvenuto da incubo’, continuando sul format, un modo di accogliere dove, se arrivasse uno Cannavacciuolo dell’urbanistica e dell’estetica, dovrebbe impiegare qualche giorno a capire cosa fare per restituire bellezza di contesto e dignità vera a chi quelle case le abita. 

Di storture e brutture estetiche i borghi sono pieni, anche quelli nella top ten dei più belli d’Italia. 

Ok, ma cosa bisogna fare per rivitalizzare un ‘Borgo da incubo’? 

Mutuando ancora il format televisivo chi abita e lavora in quelle cucine spesso non si accorge più delle cose ‘storte e brutte che non vanno’ perciò bisogna prima renderli consapevoli, ma come?

Bisogna avere lungimiranza di andare verso la digitalizzazione per immagini 3D ovvero effettuare rilievi con scannerizzazione a precisione centimetrica dell’intero borgo. Ottenere, cioè, una versione digitale reale, navigabile, interpretabile e misurabile del paese borgo, un formato da cui poter osservare ogni elemento estetico architettonico e urbanistico nel suo insieme fornendo ad ogni attore interessato alla rigenerazione e al rilancio del borgo dati trasparenti. 

L’esperienza ci ha già dato i risultati, in una sola giornata di rilievi si portano a casa enormi quantità di dati da poter gestire e utilizzare su più tavoli di lavoro: dall’urbanistica alla segnaletica, dal verde allo stradale, dall’ambiente all’ energetico, dalla logistica all’ architettonico. 

I dati raccolti e la loro leggibilità per immagini navigabili permettono ad ogni attore di essere consapevole degli interventi da effettuare ottimizzando i tempi ed evitando sovrapposizioni e complicazioni. 

I dati, le nuvole di punti, le immagini 3D sono, per tornare alla comparazione ‘culinaria’, gli strumenti con cui lo Chef Cannavacciulo mostrava gli errori immediati su cui intervenire, ma anche le qualità da poter migliorare di ogni pietanza e di ogni particolare del ristorante. Il paese, il borgo è un piatto da presentare con armonia, non una bellezza da cartolina al centro e con sbavature continue ai bordi.  

La geomatica, la scienza culinaria dei dati, ci aiuta finalmente a poter riequilibrare storture e brutture accumulate nel tempo nei nostri magnifici borghi. 

I borghi, come abbiamo scritto in un altro articolo, avranno nei prossimi anni una dotazione finanziaria importante e potranno proiettarsi nella transizione ecologica e digitale a partire dalla consapevolezza anche delle cose che non vanno e che vanno riequilibrate. 

Linkografia

Piano Nazioale di Ripresa e Resilienza (PNRR): le opportunità per i borghi e le aree rurali 

Illuminazione pubblica: m’illumino di meno in maniera consapevole e intelligente

Case pettegole: la prima Location Intelligence Platform delle case e dei territori rurali italiani

Geomatica per neofiti: definizioni e strumenti

La metodologie delle 3R: Rilevare, Rigenerare e Rivendere

PropTech: cos’è, come funziona e potenzialità future

L’Irlanda punta alla rigenerazione degli edifici rurali per promuovere il lavoro a distanza fuori dalle città 

Condividi / Share