Archivi e faldoni, in un tempo non molto lontano, contenevano la storia di una comunità. Il dipendente addetto ai servizi demografici apriva i registri ed annotava con perizia tutto ciò che riguardava la vita amministrativa di una persona.
Il fascino della carta è stato progressivamente sostituito dalla fredda digitalizzazione che ha snellito gli scaffali, ma non le incombenze e le responsabilità dei pubblici dipendenti.
Paride Gullini, presidente di ANUSCA (Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d’Anagrafe), con sede a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, ci parla del suo impegno per contribuire a realizzare una pubblica amministrazione sempre più efficiente ed innovativa.
1- Presidente Gullini cosa fa ANUSCA?
ANUSCA da oltre 40 anni ha come “mission” principale la formazione e riqualificazione degli Ufficiali di Stato Civile, Anagrafe ed Elettorale, quale base per valorizzare – agli occhi delle istituzioni centrali e locali e delle organizzazioni sindacali – il ruolo sempre più rilevante di queste figure professionali in una società civile in continua trasformazione sia per la grande mobilità delle persone che per un più ampio riconoscimento dei diritti civili.
2- Quando è iniziato il suo impegno per l’Associazione?
Da molti anni ero responsabile dei Servizi Demografici del Comune di Castel San Pietro Terme ed ogni giorno mi rendevo conto delle difficoltà che avevano i cittadini nei rapporti con questi uffici, in quanto molto spesso accadeva che su casi simili gli operatori dei vari Comuni davano interpretazioni diverse. Ciò oltre a causare notevoli disservizi e perdite di tempo per i cittadini penalizzava anche la produttività degli uffici stessi che, tra l’altro, registravano il più delle volte, carenza di personale. Pensavo che un’associazione finalizzata ad approfondire le varie normative poteva assumere una certa autorevolezza nei riguardi dei singoli operatori per indirizzarli a soluzioni e risposte comuni nei rapporti con l’utenza. Dopo essermi confrontato con alcuni colleghi di varie province maturammo l’idea di dare vita ad un’associazione. Fu così che in data 22 novembre 1980 fu convocata presso la Sala Convegni delle Terme di Castel San Pietro un’assemblea alla quale presenziarono oltre 300 operatori demografici provenienti da tutte le regioni italiane. L’assemblea approvò lo statuto e nacque così ANUSCA, cui seguì la nomina delle cariche sociali.
3- Cosa ama del suo lavoro?
Rimanendo per così tanti anni alla guida dell’Associazione ho avuto la possibilità di conoscere migliaia di colleghe e colleghi di tutta Italia, spesso le loro storie personali, le loro aspirazioni ed anche le frustrazioni per il loro lavoro, molto spesso sottovalutato in tante realtà comunali. Ho avuto modo di apprezzarne il particolare spirito di servizio, specie nelle comunità più piccole dove sono il riferimento primario dei cittadini. Oltre a questi rapporti, sono cresciuti, mano a mano, anche quelli con i più alti rappresentanti delle istituzioni centrali e con migliaia di sindaci ed assessori, grazie alle iniziative organizzate in grandi città e piccolissimi Comuni, dove ho trovato sempre particolare accoglienza e condivisione per gli ideali e le proposte formative promosse da ANUSCA. In questi 40 anni sono stati migliaia i rappresentanti di partiti vecchi e nuovi e della società civile che si sono avvicendati nella gestione dei Comuni ma sempre è rimasta inalterata, anzi si è ampliata l’attenzione ed il sostegno per le iniziative promosse. Lo stesso si può dire per i rapporti con le organizzazioni sindacali con le quali abbiamo sempre mantenuto un dialogo corretto, operando su versanti diversi nell’interesse generale dei lavoratori. Sono tutti aspetti che hanno motivato il mio impegno, dandomi la convinzione e la consapevolezza di lavorare per una categoria professionale che vuole contribuire, nel suo piccolo, a costruire una Pubblica Amministrazione più efficiente veramente al servizio dei cittadini.
4- Ha una tappa particolarmente significativa del suo cammino professionale che vuole raccontarci?
Sin dai primi passi, avevamo maturato la convinzione come fosse importante, per valorizzare il ruolo degli operatori, creare un punto di riferimento nazionale dove promuovere la loro formazione ed il loro aggiornamento. Nei rapporti internazionali instaurati con analoghe associazioni professionali, con le quali abbiamo dato vita nel maggio 2000 ad Amsterdam all’Associazione Europea degli Ufficiali di Stato Civile, avevamo appreso che in Germania funzionava una Accademia dove andavano a formarsi gli operatori di tutto il Paese. Fu così che decidemmo nel 1998 di portare una delegazione composta dai rappresentanti del Ministero dell’Interno, degli Affari Esteri, di Grazia e Giustizia, dell’ANCI e dell’ANUSCA a visitare quella struttura dove si svolgevano e si svolgono i corsi residenziali per la formazione degli Ufficiali di Stato Civile a Anagrafe. Registrammo condivisione e apprezzamento per questa realtà tanto che ANUSCA fu stimolata a portare avanti questo progetto nel nostro Paese.
Iniziò così una intensa attività di sensibilizzazione con numerosi incontri istituzionali e si arrivò,infine, alle valutazioni tecniche sulla forma dell’emendamento presentato in Commissione Finanze e Tesoro. Ricordo che insieme all’addetto stampa Primo Mingozzi stavamo rientrando in treno da Roma dove avevamo avuto incontri con il Capo Dipartimento Affari Interni e Territoriali ed il Direttore Centrale dei Servizi Demografici, quando fummo raggiunti da una telefonata del Direttore Maurizio Bruschi che, rallegrandosi, ci comunicava che la legge che finanziava l’Accademia era passata in Parlamento. Infatti con legge di conversione in data 28 febbraio 2001 del DL 392/2000, all’art.1/ter, si prevede la concessione all’ANUSCA di un contributo per la costruzione dell’Accademia degli Ufficiali di Stato Civile.
Grazie a tale parziale contributo ed alle risorse associative, nel corso di questi ultimi anni, accanto alle strutture iniziali sono stati realizzati altri diversi edifici che abbiamo voluto declinare “Campus della formazione”. La sfida è quella di riempire di iniziative queste strutture che oggi sono anche apprezzate da aziende private per la formazione dei loro collaboratori.
5- Qual è la principale sfida che vede da qui ai prossimi 10 anni nel suo settore?
Grazie ai rapporti ed alle esperienze internazionali maturate nel corso degli anni abbiamo avuto modo di apprezzare, grazie all’introduzione delle nuove tecnologie, le semplificazioni assicurate dalla gestione centralizzata delle anagrafi comunali. Di conseguenza ANUSCA ha sempre sostenuto tale soluzione anche nel nostro Paese, collaborando attivamente con il Ministero dell’Interno e le altre istituzioni per concretizzare l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) che da pochi mesi è una realtà. Il prossimo obiettivo, grazie ai fondi del PNRR, è quello di estendere ANPR allo stato civile ed al servizio elettorale. Per raggiungere questo risultato nei tempi previsti è indispensabile motivare gli operatori demografici stimolandone l’impegno ai quali A non farà venir meno il suo supporto.
Sulla nuova carta d’identità elettronica (CIE) ci siamo spesi molto e continueremo a farlo, considerando per le semplificazioni che si possono assicurare ai cittadini. La sfida è di comprendere che la qualità del dato delle persone è fondamentale e questo dipende in gran parte dalle motivazioni e dalla formazione del personale.
Nei prossimi anni, grazie alle tecnologie, assisteremo alla realizzazione di offerte per nuovi servizi ai cittadini in grado di semplificarne la vita.
6- Ci sono secondo lei delle tecnologie o innovazioni che potranno aiutare e/o cambiare in modo incisivo l’ambito in cui opera?
Parliamo, ad esempio, dell’applicazione dell’intelligenza artificiale ai servizi comunali. ANUSCA si sta muovendo in questa direzione e molto presto presenterà un primo servizio quesiti supportato dall’intelligenza artificiale.
L’Associazione, in questo 2022, ha partecipato con un raggruppamento di imprese ad un bando della Commissione Europea per la creazione di un hub in ogni Paese dell’Unione.
ANUSCA, grazie a collaborazioni con aziende di primaria importanza nazionale ha maturato e promosso soluzioni in grado di semplificare l’attività dei Comuni e rendere le varie gestioni più efficienti e meno costo; valuta con interesse “Smart ANPR” allargato alle funzionalità dello stato civile fruibile attraverso portale web, app mobile e totem, ampliandolo anche ad altre certificazioni di particolare interesse per i cittadini.
Interessante ampliare nel settore demografico l’introduzione di tecnologie di interazione attraverso il linguaggio naturale con chatbot, come pure procedere nei processi evoluti per la gestione della documentazione cartacea, mediante sistemi OCR in grado di “capire” la tipologia del documento che si sta archiviando attraverso tecniche di intelligenza artificiale, di generare flussi coerenti e di estrapolare le informazioni minime per la sua elaborazione agevolandone la classificazione.
7- Che consigli darebbe in punti chiave a chi opera nel suo settore?
Superata la fase del “tutti siamo uguali”, il lungo periodo di lockdown dovuto alla pandemia da COVID ci ha costretti a modificare le nostre abitudini ed il modo di lavorare. Anche nel settore pubblico, seppure con più difficoltà, si è dovuti passare dal lavoro in presenza a quello in modalità online e gli operatori si sono adattati, non senza difficoltà, a questa nuova situazione. Si sta prendendo coscienza che la professionalità e l’aggiornamento continuo degli operatori sono alla base della crescita delle nostre società per semplificare le procedure e rendere meno costoso l’apparato pubblico. Un grande aiuto ci viene oggi assicurato dalle nuove tecnologie che consentono, nel caso di ANUSCA, di coinvolgere un migliaio di operatori nelle giornate di formazione con diverse iniziative in contemporanea e raggiungere realtà che causa le distanze e la scarsità di personale non godevano di un minimo di formazione e aggiornamento. E’ evidente che la formazione online non può essere esaustiva specie su argomenti che toccano da vicino i diritti soggettivi delle persone dove la presenza ed il rapporto umano che si crea tra relatore ed operatori diventa un valore aggiunto per approfondire le varie tematiche. E’ in queste occasioni poi che nasce una carica sentimentale legata all’appartenenza ad una associazione professionale che dimostra di comprendere le tue difficoltà e sulla quale puoi fare affidamento in ogni momento complicato del tuo lavoro.
Seppure non sia facile ipotizzare uno sviluppo di carriera all’interno degli enti di piccole dimensioni dobbiamo fare comprendere che saper fare bene il proprio lavoro, godere della stima degli amministratori e dei cittadini delle rispettive comunità sono valori che ci appagano nel nostro lavoro e nella nostra vita. Prendo atto sempre con piacere delle tante manifestazioni e riconoscimenti che non poche amministrazioni comunali tributano alle colleghe ed i colleghi quando sono collocati a riposo, a testimonianza del valore per il contributo e l’impegno assicurati nel corso della loro vita lavorativa a servizio della comunità.
8- Ha una massima o una frase con cui vuoi salutarci?
Ho imparato dalla vita che “nessuno ti regala niente”. Ogni conquista, anche se modesta, comporta impegno, sacrificio e dedizione. Nel settore pubblico dove non sempre tutto ciò si traduce in riconoscimenti economici, deve maturare la convinzione che anche il nostro, a volte umile lavoro, al servizio dei cittadini, specie quelli delle categorie più deboli, contribuisce a fare crescere il Paese e rappresenta un valore nella nostra vita di relazione.