Negli ultimi anni l’evoluzione tecnologica ha profondamente trasformato il modo in cui possiamo fruire dei musei e dei siti del patrimonio culturale.
Uno dei concetti chiave di questa trasformazione è la transmedialità. Il concetto di “transmedialità” è stato ideato dallo studioso di media americano Henry Jenkins, che nel suo saggio del 2006, Convergence culture. Where old and new media collide, spiegava che “una storia è transmediale quando si sviluppa attraverso molteplici piattaforme mediali, dove ogni nuovo testo fornisce un contributo distintivo e prezioso per l’intero sistema”.
La transmedialità è, dunque, una modalità narrativa che consente di distribuire e vivere un’esperienza culturale attraverso molteplici piattaforme e media. Attraverso la transmedialità, la narrazione del patrimonio culturale non si limita più alla semplice visita fisica di un museo, di un sito archeologico o altro bene culturale, ma si estende a una vasta gamma di canali digitali, rendendo l’esperienza accessibile ovunque e in ogni momento.
Un esempio di fruizione transmediale è rappresentato dall’uso di app e piattaforme online che permettono la visita virtuale di musei, siti archeologici e altri beni culturali.
Il Museo del Louvre, ad esempio, ha sviluppato un’applicazione che consente di esplorare le sue collezioni in alta definizione, con tour virtuali guidati e approfondimenti che estendono l’esperienza della visita oltre le mura fisiche.
Oltre a rendere il patrimonio culturale più accessibile, la transmedialità permette anche una narrazione più ricca e coinvolgente.
Ad esempio, “Giuliana degli Abissi”, il grande fossile della Balena Giuliana, scoperto nel 2006 sulle sponde del Lago di San Giuliano, a 8 km da Matera, è un’esperienza interattiva che combina elementi di videoinstallazione immersiva, ideata dal visual artist Silvio Giordano e realizzata da ETT SpA, utilizzando tecniche differenti, dall’animazione 2D al 3D fotorealistico, passando per il compositing, le riprese video live, la motion graphic e la visita “fisica” ai reperti della balena.
Il gemello digitale: strumento innovativo per la conservazione del patrimonio culturale
Se da un lato la transmedialità rende il patrimonio culturale più accessibile e coinvolgente, un’altra tecnologia emergente sta dimostrando un potenziale straordinario nella conservazione e manutenzione dei beni storici: il gemello digitale o Digital Twin.
Il concetto di Digital Twin si riferisce alla creazione di una replica digitale estremamente dettagliata e precisa di un oggetto fisico, che nel caso del patrimonio culturale può essere un edificio storico, un’opera d’arte o un intero sito archeologico.
Sebbene questo strumento sia ancora poco conosciuto, il suo impiego offre vantaggi notevoli, soprattutto in termini di monitoraggio e manutenzione preventiva.
Il Digital Twin cristallizza il bene e consente, prima di ogni cosa, di fissarlo nello stato esatto in cui ci è giunto.
In una fase successiva può diventare uno strumento di conservazione e/o di lavoro. Il gemello digitale consente ai tecnici di studiare virtualmente il bene, monitorando eventuali segni di deterioramento e simulando interventi di restauro prima di applicarli al bene reale. Questo è cruciale per evitare interventi invasivi e potenzialmente dannosi.
Ad esempio, la Cattedrale di Notre-Dame a Parigi è stata uno dei primi edifici a beneficiare di un Digital Twin dopo l’incendio del 2019. Grazie a scansioni 3D, è stato possibile creare una replica digitale estremamente dettagliata della struttura, che ha aiutato gli esperti a pianificare con precisione gli interventi di restauro.
Altro esempio le Grotte di Lascaux, in Francia, uno dei più importanti siti di arte preistorica al mondo. Le grotte contengono magnifiche pitture rupestri risalenti a circa 17.000.
A causa della delicatezza delle pitture e dell’impatto negativo che la visita umana aveva sull’ambiente interno delle grotte, esse furono chiuse al pubblico nel 1963 per preservarle.
Per rendere nuovamente accessibile il sito senza comprometterne l’integrità, nel 2016 è stato inaugurato un gemello digitale delle grotte originali. Questo progetto ha creato una riproduzione perfetta delle grotte originali utilizzando tecnologie avanzate come la fotogrammetria 3D, che ha consentito di replicare con estrema precisione la topografia interna e le pitture delle grotte.
Il gemello digitale non è solo una riproduzione estetica, ma è stato arricchito con contenuti multimediali interattivi, permettendo ai visitatori di esplorare virtualmente le grotte originali, scoprendo dettagli che potrebbero non essere visibili a occhio nudo.
I gemelli digitali di Geolander.it
Geolander.it, con l’obiettivo di creare un connubio tra innovazione tecnologica e tutela e promozione del patrimonio storico-culturale, ha realizzato progetti innovativi utilizzando il Digital Twin per alcuni importanti siti del patrimonio culturale italiano, tra cui l’Oratorio di San Giorgio di Padova, il Cimitero Monumentale di Staglieno di Genova e la Basilica della Santissima Annunziata di Firenze.
Oratorio di San Giorgio
Per l’Oratorio di San Giorgio, patrimonio dell’UNESCO, Geolander.it ha creato un gemello digitale estremamente dettagliato dell’edificio. Questo progetto, promosso dalla Veneranda Arca di S. Antonio, rappresenta uno strumento fondamentale per la conservazione e lo studio dell’opera. Il Digital Twin consente a studiosi e restauratori di monitorare lo stato di conservazione nel tempo, individuando eventuali deterioramenti o necessità di restauro.
Inoltre, grazie a questo modello digitale, il pubblico può esplorare virtualmente l’Oratorio, per incuriosirsi e programmare la visita “fisica” del bene.
Cimitero Monumentale di Staglieno
Geolander.it ha applicato la tecnologia del Digital Twin anche al Cimitero di Staglieno, celebre per le sue sculture monumentali. Grazie a rilievi 3D ad alta precisione, è stato possibile creare un modello digitale che permette di preservare la memoria storica del cimitero e di pianificare interventi di conservazione in modo efficace.
Questo strumento risulta utile anche per valorizzare il sito attraverso esperienze tridimensionali, permettendo ai visitatori di esplorare in modo dettagliato alcune tra le più rappresentative statue, anche da remoto.
Basilica della Santissima Annunziata
Anche per la Santissima Annunziata di Firenze, GeoLander.it ha realizzato un Digital Twin dell’edificio. Questa replica digitale non solo funge da archivio per la conservazione a lungo termine, ma consente di studiare e simulare interventi di restauro, preservando l’integrità dell’opera fisica.
La transmedialità e il gemello digitale rappresentano strumenti più che promettenti per il futuro del patrimonio culturale.
Da un lato, la fruizione transmediale rende l’arte e la storia più accessibili, interattive e coinvolgenti, portando il passato nelle case di milioni di persone attraverso app, realtà aumentata e piattaforme online.
Dall’altro lato, il Digital Twin si configura come uno strumento essenziale per la conservazione preventiva, la manutenzione e la valorizzazione dei beni storici.
Queste tecnologie non solo migliorano l’esperienza del visitatore, ma rappresentano una vera rivoluzione nella tutela del patrimonio culturale, garantendo la sua sopravvivenza per le future generazioni.
Linkografia
Notre-Dame: building a digital twin
Histoire de la grotte Lascaux : l’histoire de l’humanité – Lascaux
Il cimitero monumentale di Staglieno in Digital Twin | Geolander.it
Digital Twin – Basilica Santissima Annunziata Firenze
Oratorio di San Giorgio – Digital Twin | Geolander.it
Il Digital Twin dell’Oratorio di San Giorgio
Bibliografia
Jenkins, H. (2006). Convergence Culture: Where Old and New Media Collide. New York: New York University Press.
Scolari, C. A. (2009). Transmedia Storytelling: Implicit Consumers, Narrative Worlds, and Branding in Contemporary Media Production. International Journal of Communication, 3, 586–606.
Ryan, M. L. (2004). Narrative across Media: The Languages of Storytelling. Lincoln: University of Nebraska Press.
Jenkins, H., Ford, S., & Green, J. (2013). Spreadable Media: Creating Value and Meaning in a Networked Culture. New York: New York University Press.
Freeman, M. (2015). Historicising Transmedia Storytelling: Early Twentieth-Century Transmedia Story Worlds. International Journal of Communication, 9, 4070-4093.