Smart City e Smart Land: definizione e caratteristiche

Nei prossimi  20 anni vinceranno i territori urbani e rurali intelligenti, che saranno capaci di dialogare fra loro, di innovare e digitalizzare, di raccogliere e condividere dati, di essere green e tecnologici.

Secondo l’Osservatorio Smart City dell’ANCI, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, la Smart City “é una città che, secondo una visione strategica e in maniera organica, impiega gli strumenti dell’ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) come supporto innovativo degli ambiti di gestione e nell’erogazione di servizi pubblici, grazie anche all’ausilio di partenariati pubblico-privati, per migliorare la vivibilità dei propri cittadini; utilizza informazioni provenienti dai vari ambiti in tempo reale, e sfrutta risorse sia tangibili (ad es. infrastrutture di trasporto, dell’energia e delle risorse naturali) sia intangibili (capitale umano, istruzione e conoscenza, e capitale intellettuale delle aziende); è capace di adattare se stessa ai bisogni degli utenti, promuovendo il proprio sviluppo sostenibile”.

Smart City

La smart city è una città che gestisce le risorse in modo intelligente, mira a diventare economicamente sostenibile, energeticamente autosufficiente, attenta alla partecipazione, alla qualità della vita e ai bisogni dei propri cittadini.

  1. Partecipazione e responsabilità condivisa
    La città intelligente deve favorire il coinvolgimento attivo dei cittadini, offrendo strumenti per interagire con l’amministrazione pubblica, segnalare problematiche e partecipare alle decisioni locali.
  2. Smart building o edifici intelligenti
    Gli edifici devono rispondere a criteri di efficienza energetica e sostenibilità, con sistemi di illuminazione e climatizzazione automatizzati in base alle condizioni ambientali, e sensori per monitorare inquinamento e sicurezza strutturale.
  3. Efficienza energetica e sostenibilità ambientale
    L’uso di energie rinnovabili, la gestione intelligente dei rifiuti e la presenza di ampie aree verdi sono elementi chiave. Sensori su lampioni e semafori consentono di monitorare inquinamento atmosferico, acustico e luminoso, contribuendo alla sicurezza e alla salute pubblica.
  4. Sicurezza integrata
    Tecnologie avanzate migliorano la sicurezza urbana grazie a sistemi interconnessi che riducono la criminalità e permettono un intervento più rapido delle forze dell’ordine.
  5. Trasporto e mobilità sostenibile
    • Smart mobility: veicoli intelligenti connessi alla rete cittadina per ottimizzare il traffico.
    • Smart parking: parcheggi connessi che segnalano la disponibilità dei posti liberi.
    • Semafori intelligenti: regolazione dinamica del traffico e priorità per i veicoli di emergenza.

Le tecnologie digitali alla base delle Smart City includono l’Internet of Things (IoT), i big data, gli open data, la geolocalizzazione, l’identità digitale e le piattaforme di pagamento smart.

Smart Land

Smart Land, che significa letteralmente territorio intelligente, è un ambito territoriale nel quale sperimentare politiche diffuse e condivise orientate ad aumentare la competitività e attrattività del territorio con un’attenzione specifica alla coesione sociale, alla innovazione, alla diffusione della conoscenza, alla creatività, all’accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell’ambiente (naturale, storico-architettonico, urbano e diffuso) e alla qualità del paesaggio e della vita dei cittadini.

Smart Land è un’ idea tutta italiana di sviluppo territoriale “diffuso” che immagina una qualità di vita migliore pensando alle caratteristiche del territorio italiano: un territorio contraddistinto da tanti comuni spesso anche molto piccoli, che insistono su aree diverse per paesaggio, economia, cultura.

E allora su questi ambiti, in base al pensiero espresso da Bonomi e Masiero nel testo “Da Smart City a Smart Land”, si può immaginare una forma di sviluppo finalmente organico che segua l’idea di “metropoli diffusa” prendendo le distanze dalle logiche localistiche che troppo spesso caratterizzano gli interventi dei comuni e degli enti locali stessi.

Quali sono i punti di contatto e le differenze con la smart city?

Interrogato sulla differenza tra smart city e smart land il professore Angelo Di Gregorio, Direttore del CRIET (Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia del territorio) ha risposto:  “La principale distinzione è territoriale: il contesto di una grande area metropolitana, come può essere quello di città come Torino per arrivare fino al caso limite di Roma, è molto diverso da quello della maggior parte dei circa 8.000 Comuni italiani di piccole dimensioni. In queste aree, il concetto di smart city deve necessariamente essere declinato più in termini di territorio, di una smart land che in qualche modo possa aggregare diverse aree comunali per erogare quei servizi tipici della smart city”.

Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti; questo scriveva Cesare Pavese nel romanzo “La luna e i falò”.

I paesi, con le loro piazze, sono il segno distintivo del territorio italiano, complessivamente sono 5.500 i piccoli Comuni. La maggior parte dei Comuni ha una popolazione compresa 1.001 e 3.000 abitanti (il 45,8%), mentre quelli con popolazione sotto i 1.000 abitanti sono il 33,6% del totale.

Tale patrimonio ha un valore spesso dimenticato. I paesi sono scrigni che custodiscono la ricchezza del nostro paesaggio, della nostra cultura ed economia.

Attualmente soffrono di una malattia che è quella dello spopolamento, ma la scommessa del futuro è garantire loro la sopravvivenza.

Bisogna sperimentare nuove forme di sviluppo, nuovi sistemi di comunità che vadano oltre la semplice associazione di servizi tra Comuni, spesso inefficiente.

Nei vari territori ci sono una molteplicità di portatori d’interessi pubblici e privati che spesso agiscono in autonomia. Molti comuni ed enti locali hanno intrapreso singolarmente politiche “smart” riguardanti l’energia, il digitale, la cittadinanza attiva, la mobilità sostenibile, la cultura ed il turismo, con risultati che, nella migliore delle ipotesi, resteranno limitati tra le mura del singolo Comune.

Su questi ambiti sarebbe opportuno immaginare una nuova forma di sviluppo organico che, prendendo le distanze dalle logiche localistiche, segua l’idea vincente della “Smart Land”, potenzialmente anche utile come vaccino contro lo spopolamento.

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