La tecnologia è un lavoro per donne?

Era il 1969 quando Grace Murray Hopper riceve, dall’Associazione dei professionisti dell’informatica, un premio declinato al maschile “Computer sciences man of the year“.

Pochi anni dopo, nel 1973, un altro primato: la prima donna ad avere il riconoscimento “Distinguished Fellow of the British Computer Society”.

Grace Murray Hopper, era una matematicainformatica e militare statunitense, pioniera della programmazione informatica che ha rivestito un ruolo primario nello sviluppo e nella progettazione del linguaggio Cobol, creato nel 1959 per sfruttare la potenza dei primi calcolatori elettronici.

Nel 1944 la Gran Bretagna era leader mondiale nell’informatica elettronica. Nel 1974, l’industria informatica britannica era quasi estinta. Il motivo: l’incapacità di gestire la forza lavoro programmando una discriminazione sistematica verso i suoi lavoratori più qualificati, rappresentati dalle donne.

Nel libro Programmed Inequality, Mar  Hicks, storica della tecnologia, esplora la storia della femminilizzazione del lavoro e della tecnocrazia di genere e cerca di spiegare come la discriminazione di genere abbia influenzato negativamente lo sviluppo dell’industria informatica britannica nel XX secolo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, le donne britanniche furono impiegate in massa nell’industria informatica, in ruoli tecnici e di calcolo, contribuendo significativamente ai progressi tecnologici dell’epoca fino alla metà degli anni Settanta.

Finita la guerra le donne continuarono a lavorare per i dipartimenti del governo, raccogliendo i dati per far funzionare correttamente i computer.  Queste attività erano considerate poco specializzate, adatte alle donne, prive di ambizioni, che non avrebbero chiesto promozioni o stipendi più alti, la loro carriera si fermava con la maternità.

Negli anni Settanta si assiste ad un cambiamento di mentalità: cominciò a percepirsi la potenza dei computer e le donne non furono più benvenute sul posto di lavoro. Cominciarono ad essere sistematicamente eliminate e sostituite dagli uomini, pagati di più e con titoli di lavoro migliori.

Questo cambiamento di pensiero mandò, allo stesso tempo, in difficoltà il settore informatico per la difficoltà di reperire le risorse, nonostante l’inversione di genere dell’informatica i maschi, inizialmente, non si avvicinavano a questo tipo di lavoro, considerato ancora troppo “femminile”.

Scrive la Hicks “La discriminazione che ha allontanato le donne dall’industria informatica ha rallentato e poi annientato la corsa del Regno Unito nel settore”.

“Era visto come un lavoro non qualificato e altamente femminilizzato. Le donne erano viste come una forza lavoro facile e trattabile per lavori che erano critici e allo stesso tempo svalutati”, spiega Hicks.

Finita la guerra, queste posizioni furono progressivamente declassate e considerate meno prestigiose, portando a una sistematica esclusione delle donne dai ruoli chiave nel settore informatico.

Questa inversione di genere dell’informatica, alimentata dalle politiche governative e dalle pratiche aziendali, oltre a limitare le opportunità per le donne, impedì al Regno Unito di mantenere la sua posizione di leader nell’industria informatica emergente.

Donne nella tecnologia, a che punto siamo oggi?

La Fondazione Deloitte e dal Public Policy Program di Deloitte, ha commissionato uno studio basato su oltre 11.000 d’interviste a giovani e aziende realizzate in 10 Paesi Ue, per verificare la situazione delle competenze nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) in Europa.

Dal report “Osservatorio STEM 2024 – Empowering the multiple transitions through STEM skills”, è emerso che in Europa ci sono pochi iscritti ai percorsi STEM e cresce il l differenza di genere. Difatti,  solo il 26,6% degli studenti è iscritto a percorsi di carattere tecnico-scientifico e  che un’azienda su due riporta difficoltà nel reperire risorse STEM.

La carenza di tali competenze è particolarmente acuta in alcuni ambiti strategici come l’ICT (Information and Communication Technology): gli studenti iscritti a questo percorso di studio rappresentano solo il 19,5% del totale STEM e tra questi le donne sono solo il 12,4%.

Anche in Ingegneria, le studentesse sono solo il 27%, solo una ogni tre ricercatori d’ingegneria al mondo è una donna. Scienze naturali, matematica e statistica, invece, è l’unico ambito in cui si è raggiunta la parità di genere con un 50,3% di studentesse.

La causa di tale disparità, secondo buona parte degli studenti e lavoratori STEM, è da rinvenire negli stereotipi culturali, presenti sin dalle prime fasi educative scolastiche, che conferiscono a materie come scienza e tecnologia carattere “maschile”.

In particolare, un calo significativo della percentuale di donne nei corsi STEM si verifica in due momenti: durante il passaggio dall’istruzione primaria e secondaria all’università, quando la percentuale scende di 18 punti percentuali, e durante la transizione dall’università alla forza lavoro, quando scende di altri 15 punti.

Le aziende intervistate ritengono, invece, che la causa vada ricercata nei retaggi culturali delle famiglie.

Agli stereotipi si aggiungono le discriminazioni di genere: oltre 6 studenti e 5 lavoratori su 10 dichiarano di avere assistito a episodi di questo genere, un dato che sale considerando solo le studentesse (73%) e le giovani lavoratrici STEM (74%). Le lavoratrici STEM, inoltre, sembrano essere il bersaglio preferito, con il 55% che riferisce di aver subito discriminazioni, rispetto al 37% delle loro colleghe in ambito non STEM.

Circa la metà delle aziende intervistate ammette l’esistenza di discriminazioni di genere nel settore STEM a livello professionale, soprattutto in termini di disparità salariali e di valutazione delle performance tra uomini e donne, che si riflettono anche nelle opportunità di carriera.

Per cercare di risolvere il problema, più di 1 impresa su 2 sottolinea la necessità di avviare iniziative specifiche, soprattutto per ridurre le differenze di carriera e salario, pur sostenendo che il cambiamento deve partire dallo Stato, attraverso politiche pubbliche di supporto alla genitorialità e agevolazioni fiscali per le lavoratrici STEM.

Oggi ci sono molti strumenti a favore del work-life balance, a partire dal remote working, che potrebbe sopperire la mancanza di politiche famigliari adeguate. Per quasi la metà dei giovani intervistati, per colmare di fatto il divario di genere, occorre iniziare promuovendo la parità di retribuzione.

Le Nazioni Unite sono intervenute per cercare di sensibilizzare sul tema delle gender gap istituendo la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nelle discipline STEM con lo scopo di sensibilizzare e invitare gli Stati membri, le università e la società in generale a promuovere la piena, equa partecipazione paritaria delle donne alla carriera scientifica, all’insegna dell’inclusione, dell’uguaglianza di genere e dell’emancipazione femminile.

GeoLander.it ha avviato un importante percorso per promuovere la parità di genere all’interno dell’azienda.

Questo progetto rappresenta un passo significativo verso la creazione di un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso, dove le opportunità sono equamente distribuite e le diversità valorizzate come un punto di forza.

A tal proposito, approfondiamo il tema con l’ing. Veronica Serafini, Responsabile delle consegne/pianificazione di Geolander.it.

Cosa significa per te essere una donna in un settore tecnologico tradizionalmente dominato dagli uomini? 

Per me è essere nel posto giusto. Credo di appartenere al mondo tecnologico e il fatto che è tradizionalmente più maschile non è stato mai un deterrente per seguire questo percorso anzi, forse per certi versi è sfidante dimostrare che non è il sesso che definisce a quale luogo appartieni, ma sono le passioni e l’impegno.

Hai mai riscontrato barriere di genere o stereotipi che hanno influenzato il tuo lavoro?

Purtroppo, si. È successo di essere sottovalutata in quanto donna. A volte è frustante che prima di essere presa sul serio si debba portare mille prove a dimostrazione della propria competenza. Altre volte può essere divertente vedere uomini spiegarti cose ormai banali convinti della loro superiorità nella materia.

Che consiglio daresti alle giovani donne che desiderano entrare nel campo della geomatica? 

Direi di non porsi minimamente il problema che sia un mondo prevalentemente maschile. Si incontreranno delle situazioni di disparità di genere ma non è assolutamente un motivo per mollare una passione. Anzi deve essere uno stimolo ulteriore per dimostrare nel nostro piccolo che a livello lavorativo contano solo capacità e competenza.

Pensi che le donne portino un valore unico in questo settore?

Più che altro direi che questo settore può portare un valore aggiunto alla lotta alla disparità di genere. La geomatica è uno strumento importante che potrebbe aiutare, ad esempio, ad individuare dove è maggiore la disparità salariale, la violenza di genere o dove sono più concentrati i femminicidi. Perché questi fenomeni sono collegati al territorio e per arginarli dobbiamo capire non solo il chi, il come e il quando ma anche il “dove” avvengano.

Le materie scientifiche saranno sempre più fondamentali per garantire l’innovazione continua, guidare la trasformazione digitale, la crescita dell’IA sia nel settore privato che pubblico.

C’è bisogno, dunque, di competenze e passione che prescindono dall’identità sessuale.

La parità di genere non è solo un obiettivo etico, ma una necessità strategica per costruire un ambiente lavorativo equo e innovativo. Promuovere l’inclusione significa valorizzare ogni talento, indipendentemente dal genere e favorire una cultura aziendale basata sul rispetto, la collaborazione e la crescita condivisa.

In un contesto storico in cui le disparità di genere sono ancora radicate, è fondamentale che le aziende si facciano promotrici di un cambiamento concreto, adottando politiche che garantiscano pari opportunità, trasparenza e supporto per la conciliazione tra vita professionale e persona.

Linkografia

Mar Hicks – Wikipedia

Perché le donne programmatrici sono state il fondamento dell’era informatica e dove sono andate – Chicago Magazine

Mancano laureate Stem: in Italia, solo 1 su 3 è donna – Società e Diritti – Ansa.it

Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza – 11 febbraio – www.onuitalia.it

Il viaggio inesplorato: le donne nella Geografia – GenderLab

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