La città saggia

Fra i saggi e i filosofi della contemporaneità il maestro Yoda, icona nella saga ideata da George Lucas, ha il merito di aver attraversato con le sue frasi molte generazioni. 

Quando appare sulla scena di Guerre Stellari ha circa 900 anni e parla invertendo la rotta, lo schema, il modello sintattico delle frasi: oggetto, soggetto, verbo. 

Così Yoda dice: ”La capacità di parlare, intelligente non ti rende.’’ 

Anche le città, oltre agli uomini, ad un certo punto hanno cominciato a sentirsi intelligenti, smart, solo perché sapevano comunicare, attrarre, parlare di se stesse attraverso le tecnologie. 

La parola ‘smart city’ ha sempre però prodotto quel fastidioso prurito sottopelle che hanno certe parole che sembrano apparecchiare una tavola regale e poi ti servono briciole nel piatto. 

A Perugia, invece, con il progetto WiseTown hanno invertito la rotta e segnato un nuovo modo di intendere l’uso delle tecnologie al servizio della città. Una città che non si presenta come intelligente, ma come saggia. 

Ma cos’è saggio per una città? 

Gli antichi greci chiamavano la saggezza e la prudenza con il termine sophrosyne.  

Il termine è composto da sos (sano) e da phren (diaframma). 

Il termine indicava ancor più la moderazione e la capacità di misurare le azioni finalizzate ad un bene percepibile e comune.  

Lo spazio della città doveva essere perciò uno spazio saggio, uno spazio delle decisioni in cui conoscenza e prudenza viaggiassero insieme. 

A Perugia è stato realizzato il primo vero modello completo di una città sotto forma di ‘plastico digitale geografico immersivo’ che più spesso viene definito e conosciuto come  ‘digital twin o gemello digitale’.

Si tratta di una base dati geografica precisa di tutti gli elementi di un territorio, organizzata visivamente e in grado di essere interrogata e fruita in modo intuitivo.

Ciò che colpisce dell’intero progetto è la combinazione organizzata di tecnologia e cultura finalizzate alla capacità di prendere decisioni più misurabili e misurate. 

Decisioni piccole e grandi che ogni giorno vengono prese per governare una città e che spesso, come tutti sappiamo, soffrono di mancanza di lungimiranza, di visione, di prospettive a medio e lungo termine. 

Le città soffrono, subiscono, si ammalano, vengono curate spesso con iniezioni di cambiamento a strappo, ma a loro sono dedicate poche diagnosi e osservazioni accurate. 

Da Perugia, dalla città saggia, è partito, invece, un messaggio chiaro anche ad altre città europee:il modello smart city è un modello tecnocentrico che non serve a migliorare la vita delle persone e dei territori, ci vuole una WiseTown; ci vuole una città saggia che costruisce sui dati decisioni ponderabili e ponderate in cui al centro c’è la sophrosyne la prudenza e la misurabilità condivisa fra più persone e organizzazioni. 

Se le città smart erano sinonimo di movimento rapido, decisioni veloci, proiezioni mirate ma circoscritte, le città sagge sono quelle città che integrano visioni di cultura e territorio, dati e geografia, storia e tecnologia, patrimonio e infrastrutture. 

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