Spopolamento, rigenerazione territoriale e Smart Land

In Italia, secondo i dati dell’Istituto Statistico Nazionale, quasi il 30 per cento delle abitazioni non è occupato.

Nei prossimi anni questo numero è destinato a salire, fra cinquant’anni ci saranno 12 milioni di abitanti in meno in Italia. E questo vorrà dire aumento delle case disabitate.

Al Sud ci sono più case inabitate che al Nord, quasi il 36 per cento delle abitazioni nel Mezzogiorno è disabitato.

Le abitazioni non utilizzate vengono spesso abbandonate e non più curate generando in questo modo degrado, oltre a privare la collettività di uno spazio edificato che impedirebbe un ulteriore consumo di suolo per rispondere alle richieste ed esigenze abitative.

L’abbondono di case è maggiore in quei centri che non offrono servizi ed opportunità lavorative e sociali.

Conosciamo bene il fenomeno e la malattia emorragica che ha colpito le aree interne del Paese.

Si è cercato di trovare tante soluzioni che potessero alleviare il problema dello spopolamento ed il conseguente abbandono degli immobili, ma molte hanno avuto soltanto un apparente effetto placebo.

Molte soluzioni si sono concentrate sul richiamo turistico del posto ignorando l’autentico legame del luogo con la sua storia e con le vicende umane, sociali e geografiche che lo hanno attraversato.

Negli ultimi tempi si è preferito cancellare la memoria storica, l’antropologia, la psicogeografia dei luoghi facendoli diventare non più luoghi dell’appartenenza, ma del “fine” immediato che di volta in volta dev’essere realizzato.

Il sociologo francese Augé, riteneva che un luogo per essere definito tale deve presentare tre caratteristiche: identità, relazione e storicità.

Un luogo deve definire l’identità di chi lo vive e dev’essere riconoscibile da tutti gli altri. Gli abitanti devono identificarsi nel luogo che diventa un elemento per la formazione della propria identità sia come singolo individuo che come appartenente ad una comunità. Deve creare reciprocità fra i rapporti degli individui che vi abitano ed essere un riferimento per coloro che vi riconoscono le proprie radici storiche.

La conservazione e la rappresentazione della memoria storica di tutti gli eventi, sociali ed economici, che si sono svolti in un luogo, sono importanti non solo per assicurare continuità temporale, ma anche per poter proficuamente programmare una nuova rigenerazione urbana ed economica dei luoghi che tenga conto dalle sue fondamenta.

rigenerazione

L’architetta Xu Tiantian, fondatrice di Dna Design and Architecture, è stata premiata all’unanimità all’ottava edizione dello Swiss Architectural Award, premio internazionale di architettura promosso dal 2018 dalla Fondazione Teatro dell’architettura, per il suo progetto di riutilizzo di strutture inserite nel tessuto culturale cinese.

Per rigenerare i villaggi della Cina rurale, minacciati dallo spopolamento, Xu Tiantian ha utilizzato quella che ha definito “agopuntura urbana”.

Nell’intenzione dell’architetta il progetto, per queste aree rurali, va oltre il richiamo meramente turistico ed ha come obiettivo principe quello di rivelare l’autentico legame con la storia, incorporare le risorse disponibili e valorizzare le tradizioni artigianali adoperando il sistema dell’antica medicina cinese che per assicurare il benessere fisico e psichico della persona con diversi tipi di aghi inseriti tra gli oltre 2000 punti, del corpo umano, e collegati da percorsi, cosiddetti meridiani,  se opportunamente stimolati sprigionano un flusso di energia che si canalizza nei meridiani, condizionando il funzionamento del corpo e della mente.

Quindi, riutilizzo di strutture inserite nel tessuto culturale, comprensione del contesto e della comunità, coinvolgimento degli abitanti per rispondere alle esigenze peculiari del luogo.

“Riflettere sulla memoria collettiva e sull’identità rurale attraverso l’architettura partendo dalle risorse locali esistenti “questo è il pensiero di Xu Tiantian.

Così l’intervento del ponte di Shimen, costruito negli anni 50 per collegare due villaggi, diventa un luogo sociale, uno spazio di aggregazione che unisce due realtà.

Il progetto ha già prodotto i suoi buoni frutti, alcuni giovani costretti ad abbandonare il villaggio per cercare lavoro in altri posti sono ritornati nel loro luogo per avviare attività imprenditoriali.

Questo sistema dell’agopuntura urbana unita alle moderne tecnologie ha reso possibile la connessione tra il mondo rurale e quello urbano.

smart land

Spopolamento, rigenerazione e Smart Land che connessione c’è?

La Smart Land può essere geograficamente considerata come l’agopuntura cinese.

Letteralmente Smart Land significa territorio intelligente, un ambito territoriale nel quale sperimentare politiche diffuse e condivise orientate ad aumentare la competitività e attrattività del territorio con un’attenzione specifica alla coesione sociale, alla innovazione, alla diffusione della conoscenza, alla creatività, all’accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell’ambiente (naturale, storico-architettonico, urbano e diffuso) e alla qualità del paesaggio e della vita dei cittadini.

I territori potrebbero mettere insieme, le memorie storiche, culturali ed economiche che li accomunano punzecchiando nuovi ambiti che potrebbero portare a nuovi meridiani, a nuovi percorsi illuminati da una luce comune.

La giuria ha attribuito all’unanimità a Xu Tiantian con la seguente motivazione: “Le opere … hanno convinto la giuria per il felice connubio tra le istanze civiche che li animano (poiché volti a servire le comunità locali) e la qualità dell’architettura proposta, caratterizzata da una spiccata attenzione al contesto, da un’attitudine precisa e poetica al tempo stesso, e dall’operare al crocevia di scale e temi diversi, tra architettura e infrastruttura, tra permanente e effimero, tra riuso e intervento ex-novo”.

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