Geografia: cui prodest?

Il 15 novembre, in tutto il mondo, si festeggia il GIS Day 2023, la giornata internazionale dedicata al GIS (Geographic Information Systems) pensata ed istituita per celebrare, far conoscere la geografia, le tecnologie geografiche e le loro applicazioni nella vita quotidiana.

Il termine geografia significa letteralmente “descrizione della Terra”. Eratostene (284-203 a. C.), studioso greco, fu il primo ad utilizzarlo nella sua opera intitolata Geografia.

Strabone, nel I secolo a. C., parla della geografia come una disciplina necessaria per descrivere paesi e genti.

Nel corso del tempo la geografia ha visto ampliare il proprio ambito seguendo le nuove conoscenze e circostanze: da scienza inizialmente fisica e descrittiva è passata a scienza umanistica interessata all’interazione uomo-ambiente.

Non più soltanto descrizione, con metodologia sistematica, delle peculiarità dei luoghi, ma disciplina che ne osserva le trasformazioni e i cambiamenti.

Qual è il ruolo oggi della geografia e a chi prodest?

Nella realtà dei fatti pare che sia diventata una materia completamente mortificata.

A Napoli si è svolto nel mese di ottobre scorso il convegno “Geografie del metaverso. Territori digitali e nuove progettualità educative“ organizzato dall’AIIG (Associazione Italiana Insegnanti di Geografia). L’incontro è stata l’occasione per riflettere sullo stato in cui versa l’insegnamento della geografia nella scuola italiana e sulle potenzialità di una disciplina per natura aperta all’innovazione e alle nuove tecnologie.

Dall’incontro è emerso la drammaticità della situazione e la profonda ignoranza delle conoscenze geografiche da parte degli studenti e non solo. Interpretazioni e scelte, anche politiche, sbagliate hanno tolto alla geografia la potenza del suo ruolo: strumento per interpretare la realtà e il territorio servendosi degli elementi geografici, che non hanno solo una valenza spaziale, ma anche culturale, sociale, economica e ambientale.

Cambiamenti climatici, migrazioni, sviluppo sostenibile, globalizzazione, guerre ed altri eventi naturali e umani stanno imponendo con forza un nuovo modo d’intendere lo spazio geografico.

In questo contesto è, dunque, necessario riconoscere alla geografia la sua importanza come scienza che attraverso la descrizione di ciò che avviene negli spazi del mondo fornisce le informazioni necessarie per attuare le strategie più opportune.

La Treccani sintetizza bene il concetto e la funzione della geografia: “non si riesce a produrre e commerciare, viaggiare ed emigrare, comunicare e informarsi in modo efficace, senza una buona consapevolezza geografica; ma anche l’amministrazione, la politica, la diplomazia, lo sviluppo economico, la comprensione tra popoli, la gestione dell’ambiente naturale, la pianificazione del territorio hanno un enorme bisogno di buone conoscenze geografiche. Molti degli errori commessi, in questi campi, derivano proprio dall’ignoranza o dalla sottovalutazione della geografia”.

Nel convegno svoltosi a Napoli relatori e docenti si sono interrogati sulle nuove opportunità offerte dal mondo digitale, chiosando però che “saper leggere una carta geografica, capirne il significato e decodificarne i livelli comunicativi è un’azione insostituibile per entrare in profondo contatto con il mondo in cui viviamo”.

Negli anni Sessanta si era diffuso un indirizzo geografico, cosiddetto neogeografico o neoquantitativo, aperto ad altre discipline (statistica, matematica, economia) che utilizzando procedimenti matematici e statistici, anche attraverso i primi sviluppi della tecnologia informatica, si poneva come obiettivo quello di fare analisi territoriali chiari e comparabili attraverso modelli capaci di descrivere la realtà.

Oggi parliamo di Digital Geography e celebriamo il GIS, un sistema software che permette l’acquisizione, l’analisi, la visualizzazione e la condivisione di informazioni derivanti da dati geografici.

Il GIS è in grado di associare i dati raccolti alla loro posizione geografica (dove si trovano le cose) di elaborarli ed interrogarli per estrarne informazioni.

Il GIS consentendo di visualizzare ed interrogare i dati spaziali posizionati su mappa riesce a mostrare le connessioni che possono esserci all’interno dei dati stessi che altrimenti risulterebbero difficili da individuare.

I docenti a proposito del metaverso e la possibilità di esplorare virtualmente un luogo sottolineavano, a ragione, l’importanza di saper leggere una mappa.

Il dato geografico correttamente posizionato e interpretato è, difatti, l’elemento che meglio di ogni altra informazione fornisce gli indizi per programmare, prevenire e gestire le diverse situazioni nei contesti in cui si svolge la vita umana.

Immanuel Kant nell’introduzione all’opera Geografia fisica (1802) affermava che la geografia insegna a conoscere l’officina della terra e a formare il cittadino del mondo.

Attraverso la geografia, secondo Kant, è possibile avere una visione globale della natura e si pone come propedeutica ad altra disciplina come quella politica, matematica, morale, commerciale e anche religiosa.

La geografia, bistratta e ridotta al gioco “città, fiumi, montagne” è in realtà, con il suo carattere trasversale, una materia essenziale e ci auguriamo, pertanto, che possa tornare ad essere centrale come strumento di conoscenza.

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