Psicologia ambientale: il digital twin strumento di lavoro

La psicologia ambientale studia l’interazione tra l’uomo e l’ambiente fisico analizzando vicendevolmente sia le modalità con cui le persone vivono e modificano il proprio contesto sia i condizionamenti che l’ambiente esercita sul comportamento e le esperienze degli individui.

La psicologia ambientale nasce, intorno agli anni Cinquanta-Sessanta, inizialmente come psicologia architettonica e ingegneristica interessata in particolar modo ai problemi dell’ambiente “costruito”. Soltanto verso la prima metà degli anni Settanta comincia ad assumere connotazioni differenti interessandosi anche agli aspetti fisico-spaziali ed ecologici dell’esperienza umana.

Decisivo fu il contributo di Kurt Lewin, precursore della psicologia ambientale, che considerando l’ambiente nel suo insieme (realtà e studio scientifico) conferì una prospettiva multidimensionale ed ecologica alla psicologia ambientale. Oggi, difatti, pur essendo una branca delle scienze psicologiche, si caratterizza per l’approccio multidisciplinare nel rapporto tra ambiente e comportamento umano unendo le prospettive concettuali e metodologiche proprie della psicologia con altre diverse discipline, come l’architettura, l’antropologia, l’urbanistica, la sociologia e la geografia.

La relazione uomo-ambiente, a seconda del tipo di spazio, può assumere forme diverse che vanno dallo spazio privato a quello semi-pubblico, da quello urbano e rurale sino a quello globale.

All’interno di ciascuno spazio la psicologia ambientale studia i diversi elementi tenendo conto del grado di controllo dell’ambiente da parte dell’individuo, della sua identificazione con lo spazio in cui svolge la propria vita e delle relazioni che ha all’interno del suo ambiente.

Da questo studio possono emergere conoscenze che hanno implicazioni interessanti e, oltre a suggerire comportamenti individuali più sostenibili, possono essere utilmente sfruttate per indirizzare le scelte politiche e tutte le altre decisioni inerenti alla progettazione delle aree urbanizzate per creare ambienti più rispondenti al benessere delle persone.

Un esempio di applicazione della psicologia ambientale sono le cittàage-friendly ossia città a misura di anziani. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) entro il 2050, per la prima volta nella storia dell’umanità, il numero di individui di età uguale o superiore a 65 anni supererà quello dei bambini al di sotto dei 5 anni e la popolazione anziana tenderà a raddoppiare passando dall’11% al 22% della popolazione totale.

L’invecchiamento della popolazione comporta una nuova strutturazione economica e sociale che si riflette in ogni settore. Per gestire questo cambiamento è necessario adottare politiche innovative in grado di trasformare l’assetto della società non soltanto dal punto di vista sociale, ma anche di riqualificazione delle città di modo che diventino sempre meno insidiose e favoriscano l’inclusione effettiva ed attiva delle persone anziane: dai semplici attraversamenti pedonali, alla segnaletica, fino alla giusta collocazione fisica dei servizi primari.

Perché il digital twin può essere uno strumento di analisi utile alla psicologia ambientale?

Il digital twin o gemello digitale è la riproduzione digitale di un processo e/o prodotto del mondo reale. Questa tecnologia può essere utilizzata sia in funzione predittiva che preventiva per pianificare, prevenire, correggere, migliorare e valorizzare elementi che appartengono al mondo reale.

Nella progettazione e riqualificazione urbana ambientale e sociale il gemello digitale si pone come uno strumento di lavoro utilissimo per la psicologia ambientale. Attraverso la riproduzione virtuale del contesto urbano è possibile individuare tutti quegli elementi che possono aiutare a trasformare le città e altri contesti in ambienti che siano più rispondenti alle necessità del benessere delle persone: dagli spazi adibiti a verde pubblico, dalla mobilità ai servizi.

Ad esempio, ritornando alla necessità di creare per il futuro città age-friendly quanto potrebbe essere utile il digital twin e la mappatura digitale dei numeri civici?

Le città con numeri civici georeferenziati hanno contezza della precisa distribuzione della popolazione sul proprio territorio. Tale conoscenza è propedeutica all’organizzazione efficiente dei servizi. Attraverso i numeri civici è possibile sapere in quale zona della città vive la maggior parte degli anziani e, quindi, verificare l’esistenza di beni infrastrutturali necessari e, eventualmente, intervenire per porre in essere le soluzioni migliori che consentano agli anziani di avere un ruolo attivo e di essere una risorsa per la città.

I luoghi fisici che abitiamo, secondo la psicologia ambientale, influiscono molto sui comportamenti ed in generale sul benessere psico-fisico delle persone.

Si stima che un numero sempre maggiore di persone andrà a vivere nelle città che necessariamente devono essere riorganizzate, come l’epidemia da Covid avrebbe dovuto insegnare, per garantire una buona qualità della vita.

Secondo la teoria dell’Urban Scaling la struttura fisica delle città, costruite secondo reti infrastrutturali stratificate, segue delle regole semplici e attraverso una serie di modelli matematici e di dati è possibile analizzare il modo in cui sono organizzate e verificare, in diversi ambiti, quali siano i benefici e costi che derivano dal movimento delle persone, beni e informazioni.

Questi modelli hanno dimostrato come le città con l’aumentare della popolazione non crescono di dimensione, ma diventano più densamente popolate. Questo meccanismo fa sì che le persone vivano sempre più vicine le une alle altre, usino le infrastrutture più intensivamente, interagiscano più frequentemente e, di conseguenza, siano anche più produttive. Uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances dagli scienziati della University of Colorado, ha messo in evidenza che l’espansione delle città, in termini di struttura, produttività e demografia, obbedisce sia per le città moderne che per quelle del passato alle stesse regole matematiche: più persone non determinano grandi insediamenti, ma una densità abitativa maggiore che spinge ad un utilizzo delle infrastrutture più intenso e un’interazione maggiore tra gli individui, con conseguente aumento della produttività ed efficienza.

Le città più grandi sono, dunque, inizialmente terreno fertile dell’innovazione e della sperimentazione, che poi si propaga gradualmente e gerarchicamente anche alle realtà più piccole.

Questi processi sono frutto di un’attenta raccolta e analisi di svariati dati. Il digital twin, riproducendo digitalmente in maniera precisa l’ambiente urbano e i suoi processi, se applicato all’Urban Scaling consente una visione avanzata e completa del funzionamento di una città, con vantaggi molto significativi che si traducono in termini di psicologia ambientale in una pianificazione più efficace, una gestione ottimizzata delle risorse e un coinvolgimento più attivo della comunità nel processo decisionale.

Più precisamente, attraverso il digital twin, applicato all’Urban Scaling, è possibile:

1Supportare la pianificazione urbana anticipata e la gestione delle risorse

Il digital twin permette di eseguire simulazioni predittive per comprendere come le modifiche nelle dimensioni e nella struttura della città possono influire su vari attributi, ad esempio la mobilità, l’energia, la sicurezza e altri aspetti cruciali dell’urbanistica.

2 – Programmare una crescita urbana sostenibile

I dati raccolti con il gemello digitale possono essere utilizzati per ottimizzare la pianificazione urbanistica attraverso la concreta identificazione delle aree di miglioramento, in modo da ridurre sprechi e perseguire un obiettivo di crescita urbana sostenibile.

3 – Modellare e ottimizzare il traffico e la mobilità urbana

I dati forniti dal digital twin possono essere utilizzati per la progettazione di reti di trasporto pubblico più efficienti, la gestione del flusso del traffico e la previsione dei cambiamenti nella domanda di trasporto in relazione all’espansione della città.

4Adottare politiche ambientali mirate

Con il gemello digitale è possibile integrare i dati ambientali in modo da consentire il monitoraggio in tempo reale della qualità dell’aria, dell’uso delle risorse naturali e dell’impronta ecologica della città.

5 – Rendere effettiva la partecipazione della comunità locale nella pianificazione urbana.

Attraverso piattaforme interattive basate sul gemello digitale, i cittadini possono esplorare proposte urbane, fornire feedback e partecipare attivamente alle decisioni di sviluppo.

6 – Aiutare nella gestione efficiente delle risorse

Consentendo la monitorizzazione e l’ottimizzazione dei consumi energetici, idrici e di altri servizi essenziali permette una gestione più efficiente delle risorse.

7 – Prevenire problemi presenti e futuri

L’analisi dei dati storici e attuali permette agli urbanisti di adottare approcci proattivi per prevenire potenziali sfide legate all’Urban Scaling.

L’interazione tra il concetto di digital twin, la psicologia ambientale e di riflesso della teoria dell’Urban Scaling rappresenta, dunque, un connubio avanzato e potente, capace di offrire approcci innovativi per comprendere e migliorare la qualità della vita umana e dell’ambiente circostante.

Il digital twin funge da finestra virtuale che permette di osservare la realtà da prospettive altrimenti inaccessibili.

Plinio il vecchio sosteneva che “Guardiamo con il cervello, non con gli occhi”. Vedere e guardare sono due temini spesso utilizzati come sinonimi, ma in realtà identificano attività diverse. Per argomentare sull’affermazione di Plinio il vecchio potremmo dire che vediamo con gli occhi e guardiamo con il cervello. Difatti, il termine vedere deriva dal latino “videre” e significa percepire la realtà. Invece, guardare è una parola germanica “wardon” e vuol dire “stare in guardia”, quindi osservare, percepire, andare oltre quello che è la realtà visiva degli occhi.

Il digital twin vede la realtà, mentre la psicologia ambientale consente di guardare la realtà e come influenza e viene influenzata dai comportamenti degli individui.

L’interazione tra tecnologia e psicologia ambientale permette di scandagliare le varie realtà e apre la strada a un approccio avanzato per anticipare, monitorare e perfezionare le sinergie necessarie per accrescere la qualità della condizione umana e di tutti gli esseri viventi.

La tecnologia raccoglie e monitora l’evoluzione delle condizioni ambientali e il loro impatto sulla vita umana, mentre la psicologia ambientale può utilizzare questi dati ed interpretarli in termini di benessere psicologico, comportamento e salute delle persone per suggerire soluzioni rispettose dell’ambiente e del benessere umano.

Linkografia

L’intelligenza artificiale applicata al sentiment analysis geografico

Utilità del Digital Twin nella gestione amministrativa e territoriale dei piccoli comuni e delle città: rassegna stampa Geolander.it | Geolander.it

Condividi / Share