Geomatica e HBIM per i Beni Culturali: un libro interessante anche per i non addetti ai lavori
Il patrimonio edilizio italiano è costituito, per la maggior parte, da un edificato storico ed artistico di elevata bellezza ed originalità e rappresenta un’importante risorsa per il Paese non soltanto dal punto di vista culturale e attrattivo, ma anche economico.
Preservare questa grande eredità del passato è, dunque, un dovere morale prima ancora che strategico.
Ogni bene culturale in pericolo rappresenta un’emergenza del tessuto storico e sociale di una comunità, fa notare Alessandro J. De Stefano.
Geomatica e HBIM per i Beni Culturali, pubblicato nella Collana Architectural Design and History – edita da Franco Angeli – e curato da Andrea Adami è un libro molto bello ed interessante, che illustra, in maniera semplice e professionale, le più recenti opportunità che i nuovi strumenti e sistemi pongono a supporto della progettazione e gestione dei beni culturali.
Il libro nasce dagli interventi di una giornata di studio organizzata nell’ambito del programma di MantovArchitettura e dedicata al tema Geomatica e BIM: Giovani ricerche.
I diversi autori nelle loro relazioni hanno argomentato sulle applicazioni pratiche e gli scenari possibili della Geomatica, del BIM, GIS ed HBIM sul patrimonio storico-culturale, illustrando i casi reali di utilizzo delle anzidette metodologie.
Come tutelare, valorizzare e conservare il patrimonio storico in maniera strategica, pianificata ed integrata?
Per raggiungere l’obiettivo strategico di una buona conservazione del Bene Culturale è necessaria una programmazione che sia attenta e coinvolga tutti gli attori che dovranno interagire nella fornitura dei dati utili per la gestione e valorizzazione del Bene Culturale a medio e lungo termine.
Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha prodotto strumenti nuovi e innovativi a supporto della manutenzione e della conservazione del patrimonio storico:
- la Geomatica, complesso delle discipline e delle tecnologie dirette all’acquisizione, elaborazione, archiviazione, rappresentazione e distribuzione di dati ed informazioni geografiche;
- il BIM (Building Information Modeling) ossia la rappresentazione digitale che consente di scambiare i dati, le informazioni fisiche, grafiche e tecniche contenuti nel modello progettuale di partenza di una costruzione tra diverse piattaforme e applicativi durante l’intero ciclo di vita della stessa.
La Geomatica ed il BIM hanno unito le loro sinergie per la tutela e valorizzazione dei Beni Culturali dando vita all’HBIM (Historical Building Information Modeling) una nuova metodologia interdisciplinare e collaborativa per modellare i Beni Culturali.
L’HBIM si serve di un processo BIM aumentandone le potenzialità ed estendendo il suo utilizzo alla creazione di modelli 3D intelligenti, capaci di contenere e gestire una molteplicità d’informazioni utilizzabili su larga scala anche da parte di soggetti non esperti (storici, storici dell’arte, restauratori, visitatori virtuali, ecc.).
Quali sono le differenze e le opportunità dell’HBIM rispetto al BIM?
L’applicazione degli strumenti BIM, nata inizialmente per supportare la progettazione e le successive fasi di un nuovo edificio si sta diffondendo anche nel mondo del costruito esistente e dei Beni Culturali.
Nel settore del patrimonio storico la metodologia BIM (archiviazione e sistematizzazione delle informazioni relative all’edificio, referenziazione dei dati sul modello 3D e visualizzazione integrata di modello geometrico e informativo) offre i vantaggi di poter conoscere in maniera approfondita l’edificio e ottimizzare i processi di gestione, manutenzione e conservazione.
Nell’HBIM il modello, rispetto al BIM, viene arricchito con dati ed informazioni non esclusivamente geometriche, ma anche da notizie storiche, da documentazione relativa alle modalità di costruzione, alle trasformazioni che il Bene ha subito nel tempo per impostare una programmazione di recupero, gestione e di manutenzione capace di monitorarne lo stato di salute e di definirne le linee guida di conservazione e valorizzazione per il suo restante ciclo di vita.
La metodologia HBIM rispetto al BIM richiede un approccio interdisciplinare e molto più collaborativo. Difatti, non si limita alla sola archiviazione di informazioni, ma allo scambio, condivisione ed aggiornamento costante nel tempo dei dati da parte dei diversi attori, aventi differenti professionalità, coinvolti nell’intero processo.
I modelli 3D dei Beni Culturali, costruiti con la metodologia HBIM, sono modelli fruibili non soltanto dai soggetti preposti alla conservazione e gestione (progettisti, storici, ecc.), ma anche da altri utenti senza specifiche preparazioni. Ad esempio il modello HBIM può essere utilizzato per la valorizzazione del Bene Culturale, intesa come diffusione della sua conoscenza, anche attraverso visualizzazioni via web che sono naturalmente diverse dai comuni virtual tour.
Il libro mostra, inoltre, anche graficamente, i diversi casi di studio su come sia possibile far dialogare le due diverse metodologie auspicando un approccio innovativo alla conservazione intesa non tanto come “intervento puntuale” sul patrimonio storico, ma come “attenzione costante e programmata” per salvaguardare e prolungare nel tempo i benefici di ogni singolo intervento.
L’Italia è uno dei paesi al mondo con più musei e siti archeologici riconosciuti dall’Unesco. Con circa 55 siti patrimonio mondiale dell’umanità, l’Italia possiede infatti il più grande patrimonio culturale a livello mondiale, conta circa 4.000 musei, 6.000 aree archeologiche, 85.000 chiese soggette a tutela e 40.000 dimore storiche censite, oltre a città e borghi con centri storici importanti.
Andy Warhol osservava: “Roma è l’esempio di ciò che accade quando i monumenti di una città durano troppo a lungo.”
Linkografia
Geomatica e HBIM per i Beni Culturali
Il BIM come strumento collaborativo nel real estate
Recupero innovativo del patrimonio storico: HBIM, la tecnologia sposa dati ed informazioni
Cumulare bellezza: le riserve e i granai digitali dei beni culturali