L’azienda diffusa: cos’è e quali idee stanno nascendo. I Borghi diventano sedi aziendali alternative

Riorganizzare le modalità di lavoro, riprogettare uffici e spazi, garantire un luogo di lavoro sicuro e confortevole sono necessità urgenti che i datori di lavoro devono soddisfare. Diverse sono le iniziative nate in aiuto alle aziende ed ai singoli lavoratori.

Riorganizzare le modalità di lavoro, riprogettare uffici e spazi, garantire un luogo di lavoro sicuro e confortevole sono necessità urgenti che i datori di lavoro devono soddisfare. Diverse sono le iniziative nate in aiuto alle aziende ed ai singoli lavoratori.

Le crisi producono cambiamenti profondi che spesso non riportano allo stato precedente.

La pandemia da coronavirus ha innescato processi complessi che stanno determinando trasformazioni importanti  sulla città, sui trasporti, sulle relazioni sociali, sulla pianificazione ed organizzazione del territorio, sulle attività e le modalità di lavoro.

Smart Working come nuova modalità di lavoro

Con il Covid-19 molti lavoratori si sono ritrovati a svolgere il proprio lavoro da casa e lo smart working da necessità forzata si sta strutturando come modalità ordinaria della prestazione lavorativa.

Secondo uno studio commissionato da Citrix alla società di ricerche OnePoll il 57% degli intervistati ha risposto di essere disposto a trasferirsi dalla città in un’area rurale se ha la possibilità di svolgere il proprio lavoro in modo flessibile e da remoto; mentre il 76% è disponibile a lasciare l’abitazione principale e svolgere la propria professione ovunque. Inoltre, più di un lavoratore su due (53%) conferma, che accetterebbe (o ha già accettato) una diminuzione di stipendio in cambio della possibilità di operare completamente da remoto, senza alcun vincolo geografico.

Riorganizzare le modalità di lavoro, riprogettare uffici e spazi, garantire un luogo di lavoro sicuro e confortevole, sono diventate, dunque, necessità urgenti che le aziende devono soddisfare.

Per venire incontro a questi nuovi bisogni sono nate diverse iniziative a supporto sia delle aziende che dei singoli lavoratori.

I borghi come sedi aziendali diffuse

La startup pisana HQVillage, partendo dall’obiettivo di dare una nuova possibilità in termini di valorizzazione e riqualificazione dei tanti piccoli comuni italiani, ha pensato di far diventare i Borghi sedi aziendali diffuse.

HQVillage

Federico Pistone, co-founder di HQVillage, spiega al Sole24ore, che “L’obiettivo di fondo di questo progetto è quello di dare una nuova possibilità al tessuto dei piccoli comuni italiani mettendoli nelle condizioni di attrarre smart worker da tutta Italia e non solo. La soluzione che la startup suggerisce alle aziende (medie e grandi) che desiderano aumentare il benessere dei propri dipendenti o premiare quelli più meritevoli o ancora arricchire con soluzioni innovative la piattaforma di welfare esistente è, in altri termini, quella di dare vita a una sede remota (o a più sedi remote) in cui lavorare e vivere insieme alla propria famiglia. Borghi e territori a rischio depressione diventano quindi lo spazio dove dedicarsi al lavoro senza rinunciare a comfort e piaceri della vita, in base alle proprie esigenze e con la possibilità di spostarsi da un HQVillage a un altro. E se ai lavoratori è data la possibilità di poter scegliere dove e come vivere il proprio tempo, per i piccoli proprietari immobiliari l’opportunità è invece quella di valorizzare le seconde case o i fabbricati rurali non utilizzati, generando un flusso costante di reddito e contribuendo a valorizzare tutto il patrimonio del territorio”.

Everywhere TEW

Everywhere TEW (Travel Exeperience Work ) è, invece, una startup che mira a far vivere e rivivere tutti i luoghi italiani meno frequentati, ma comunque ricchi di storia, cultura, prodotti enogastronomici e tradizioni,  attrezzandoli per accogliere non soltanto i turisti, ma anche i lavoratori da remoto che arriveranno in Italia da ogni parte del mondo.

Mariarita Costanza, ingegnere elettronico, tra i pionieri dell’IT in Italia, creatrice della startup insieme alla sua socia Manuela D’Ecclesiis, riferisce: “L’idea è di creare un network che metta insieme host (masserie, hotel, B&B, spazi coworking, ristoranti ecc…) e i cosiddetti tewer, ossia quei viaggiatori che abbiano voglia di spostarsi in un territorio non solo per passarci una settimana in estate, ma per vivere e lavorarci un mese o due durante l’anno. L’obiettivo è fare vivere un’esperienza “integrata”, a metà tra un soggiorno di lavoro, un viaggio e una vacanza, che permetta di godere appieno le bellezze di un territorio: il suo clima, le risorse naturali, la storia, la cucina”.

Airbnb

Airbnb,  ha da poco pubblicato i dati di una ricerca condotta da ClearPath Strategies per capire quali potranno essere i trend nel turismo per il 2021: Live everywhere, Staycation e Pod Travel.

L’ 83% degli intervistati è favorevole a trasferirsi e fare remote working, il distacco tra lavoro e viaggio diventa sempre più sottile e porterà a nuove forme di turismo e di comunicazione territoriale che dovranno rivolgersi a nuove figure di viaggiatori.

Probabilmente quello che accadrà è molto più complesso, lo stile di vita delle persone sta radicalmente cambiando e questo avrà profonde ripercussioni in ogni settore dell’esperienza umana.

Nel prossimo futuro, verosimilmente, molti lavoratori sostituiranno l’immagine fotografica del loro desktop con un paesaggio vero: spiagge bianche, campi fioriti, montagne, tramonti, vedute su terrazzi fioriti ed accoglienti, sarà imbarazzante scegliere.

Molti sono i posti in Italia dove lo scenario è rimasto silenziosamente immutato, ma organizzato per soddisfare le necessità “moderne” nell’attesa del ritorno di altra buona compagnia.

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