Per la Pubblica amministrazione e per i cittadini la digitalizzazione dei dati rappresenta una rivoluzione non soltanto informatica, ma un rinnovamento in termini di efficienza, produttività, sicurezza e minori costi dell’azione amministrativa.
Il percorso ha visto il graduale abbandono del faldone verso il software. Con il tempo anche il programma locale ed esclusivo ha mostrato presto la sua limitatezza in termini d’interoperabilità e funzionalità. Ed, allora, le PA più ‘avanguardiste’ hanno cominciato a guardare al cloud come la soluzione migliore per la gestione della mole d’informazioni da gestire.
Dalle singole iniziative di poche amministrazioni gradualmente si è passati e si passerà all’obbligatorietà generalizzata.
La Strategia Cloud Italia prevede, difatti, che entro il 2026 almeno il 75% delle pubbliche amministrazioni dovrà migrare in cloud tutti i suoi dati e i suoi servizi.
Perché un Comune deve utilizzare il cloud?
Avere dati e informazioni disponibili su Cloud Platform vuol dire per un Comune, a prescindere dalle sue dimensioni, in termini concreti:
- Interoperabilità dei dati fra amministrazioni differenti con la piena realizzazione del paradigma once only: ossia la completa condivisione delle informazioni tra pubbliche amministrazioni di modo che nessun cittadino debba vedersi chiedere informazioni che sono già in possesso o disponibili presso altre amministrazioni, con una notevole riduzione di tempi e oneri sia per il privato che per la PA.
- Risparmio e trasparenza sui costi e sull’utilizzo dei servizi.
- Dati certificati, geolocalizzati, accessibili e interpretabili con le piattaforme digitali per la pianificazione ottimale delle infrastrutture e delle opere, per la riduzione dei consumi.
- Migliore e più ricca offerta di servizi digitali.
- Efficienza nella gestione di soluzioni tecnologiche e servizi digitali.
- Sostenibilità ambientale grazie alla dismissione dei data center non adeguati alle normative e/o ai cambiamenti meno funzionali e al miglioramento dell’efficienza energetica delle infrastrutture.
- Nuove opportunità per il mercato e professionisti.
- Diritti digitali e accessibilità avanzata per i cittadini.
Quali sono i vantaggi concreti per i cittadini?
- Accessibilità mobile ai propri dati e alle proprie esigenze.
- Maggiore offerta dei servizi digitali, qualità e sicurezza degli stessi.
- Servizi più trasparenti, continuativi, affidabili e senza interruzioni.
- Servizi più fruibili, resi più facili e semplici.
- Sicurezza e rispetto della privacy.
- Garanzia dell’esercizio dei propri diritti digitali.
Alcune amministrazioni avevano cominciato in solitudine questa migrazione, ma poi è arrivato in soccorso il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che ha offerto voucher economici per realizzare su larga scala questo cambiamento, dando la possibilità anche ai piccoli Comuni di fare la loro rivoluzione digitale per dare ai propri cittadini una gestione dei servizi pubblici che non ha niente da invidiare a quella delle città intelligenti.
Regnava il caos e sembrava impossibile arrivare al risultato di una trasformazione digitale ciclopica, eppure con l’ingresso di San Teodoro è stato concluso il percorso dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR): ora tutti i 7903 comuni italiani, oltre 67.379.385 italiani, sono all’interno dell’Anagrafe nazionale unica, ciò significa che un cittadino italiano residente in uno qualsiasi dei Comuni italiani ha la possibilità di verificare i propri dati, chiederne l’eventuale correzione, stampare certificati e fruire di qualsivoglia servizio correlato online senza recarsi fisicamente nell’ufficio di nascita e/o residenza.
Inoltre, ogni aggiornamento su ANPR sarà immediatamente consultabile dagli enti pubblici che accedono alla banca dati, dall’Agenzia delle Entrate all’Inps alla Motorizzazione civile.
Ad oggi, il 98% dei Comuni italiani è registrato sulla piattaforma PA digitale 2026, e oltre il 90% delle amministrazioni comunali ha aderito ad almeno una delle procedure relative alle otto misure rivolte direttamente ai Comuni.
Più di cinquemila amministrazioni sono state ammesse ai finanziamenti per la migrazione al cloud, circa quattromila a quelli per l’attivazione dell’identità digitale e, a seguire, circa tremila Comuni potranno accedere ai fondi per implementare l’AppIO e PagoPA (Fonte: Dipartimento per la trasformazione digitale).
Un nuovo inizio che può essere di buon auspicio per portare avanti tutti gli altri progetti di digitalizzazione del Paese e di efficientamento della Pubblica Amministrazione.
Linkografia
Geoportal.it Portal: la suite in cloud per la PA nella gestione smart del territorio | Geolander.it
Le Risorse del PNRR per la Transizione Digitale – PA digitale 2026