Tecnologia smart nella progettazione della città

In tutto il mondo ci sono vecchie e nuove città che hanno deciso di rifarsi “faccia e look” in chiave moderna puntando sull’intelligenza dei servizi e su nuovi contesti per migliorare la vita dei propri cittadini e per i più filantropici dell’intero pianeta.

Buona parte degli amministratori delle città hanno in testa un modello di contesto urbano vivibile e sostenibile.

Cosa s’intende per città vivibile e sostenibile?

Innanzitutto occorre precisare che i concetti di vivibilità e sostenibilità non sono statici nel tempo, ma sono complessi e in continua evoluzione. Ogni epoca ha conosciuto e preteso un’idea diversa di vivibilità e sostenibilità.

Oggi potremmo dire che una città per essere vivibile deve garantire ad ogni singola persona tutti quegli elementi che contribuiscono a realizzare il suo benessere all’interno di una comunità, quali: una buona connettività, facilità di spostamenti, accessibilità e sicurezza degli alloggi, un buon numero di spazi dedicati alla cultura, alla socialità e al verde pubblico, piste ciclabili, qualità del cibo e una buona sanità. 

La sostenibilità è, invece, la capacità della città di restituire più di quanto essa prende. 

Le città attualmente rappresentano il 2% della superficie terrestre, 3,9 miliardi di persone  vivono nelle città. Entro il 2050 la popolazione urbana mondiale dovrebbe superare i sei miliardi e il 66% di questa dovrebbe essere urbana.

L’urbanizzazione viene considerata responsabile:

  • del 60-80% del consumo energetico globale;
  • del 75% delle emissioni di carbonio;
  • di oltre il 75% del consumo mondiale di risorse naturali.

Le città, dunque, nel prossimo futuro si troveranno ad affrontare numerose ed importanti sfide per riuscire a soddisfare le necessità di una popolazione crescente.

Essere una città sostenibile vorrà dire riuscire a fornire e gestire servizi in maniera intelligente non depauperando sia le proprie risorse sia i servizi ecosistemici che oggi consentono ai centri urbani di sopravvivere.

Pertanto, bisognerà migliorare i trasporti pubblici, promuovere l’efficienza energetica pubblica e privata, aumentare gli spazi verdi sia per l’ecosistema che per il benessere psico-fisico delle persone, immaginare nuove opportunità abitative mettendo da parte anche le questioni speculative nell’interesse del beneficiario definitivo che è la persona.

La progettazione futura dovrà essere tale da migliorare la vita se non garantire la sopravvivenza dello stesso uomo. Nella costruzione dei centri urbani l’ambiente naturale è stato nel corso degli anni continuamente oltraggiato a vantaggio di una vivibilità immediata e priva di sostenibilità lungimirante che oggi ci presenta il conto, alquanto salato.  

Ed, allora, in che modo la tecnologia intelligente potrà influire sull’ammodernamento delle nostre città?

Big data, sensori, automazione, mappe digitali, sono tutti elementi che dovranno aiutare le città a trovare le soluzioni più giuste per gestire la mobilità pubblica, organizzare la raccolta dei rifiuti, garantire il risparmio energetico pubblico e privato, la gestione dell’acqua, l’accessibilità a internet, la funzionalità degli immobili.

Lo studio dei dati e la loro rappresentazione potranno essere d’aiuto a strutturare i problemi e a trovare la decisione più appropriata per la singola situazione.

Così, ad esempio, una città intelligente potrebbe non avere più bisogno di parcheggi in una determinata area e potrebbe utilizzare lo spazio occupato per costruire aree verdi. 

Potrebbe impiegare sensori e pompe intelligenti per regolare il flusso d’acqua e  migliorarne la qualità.

Gli edifici delle città intelligenti potrebbero gestire l’energia tramite sensori, contatori intelligenti e analisi dei big data in modo da ottimizzarne il consumo.

Lampioni stradali che utilizzano lampade a LED ad alta efficienza energetica, dotate di sensori che consentono loro di attenuarsi in base all’ora del giorno oppure spegnersi automaticamente o accendersi in presenza di un pedone.

Sensori che monitorano lo stato e la qualità dell’aria.

Sensori che aiutano nelle gestione del traffico e rendono più sicura la viabilità pubblica.

L’ammodernamento e la pianificazione urbanistica hanno oggi la possibilità di anticipare  le trasformazioni urbane utilizzando gli strumenti che l’innovazione tecnologica offre. Si pensi al plastico digitale o digital twin della città che apre oggi nuovi scenari di conoscenza e consente la verifica preventiva degli effetti della pianificazione urbana coinvolgendo nel processo di programmazione anche i soggetti destinatari delle decisioni.

Per il progettista urbano e i diversi decisori si aprono, dunque, nuovi scenari nei quali la partecipazione diffusa si integra con le tecnologie intelligenti per arrivare ad una innovativa, vivibile e sostenibile decisione urbana in grado di orientare lo sviluppo della città verso una concreta, appropriata ed umana dimensione smart.

E’ sempre attuale il pensiero di Richard L. Neutra, tra i più grandi architetti del Novecento, che nel suo libro Progettare per Sopravvivere scrive “La civiltà contemporanea … è impegnata a tali velocità nel servire masse così ingenti che il buon vecchio sistema dello “sbagliando si impara”, sempre un pò ostico e mai definitivo, ha bisogno di essere urgentemente sostituito. Sono indispensabili dati più precisi e appropriati, programmi preventivi e costruttivi, copie eliografiche. Questi comuni dati dovranno riguardare soprattutto i potenziali umani comuni dimostrati e chiarificati. Se vogliamo che i nostri progetti reggano all’atto pratico, non dobbiamo avere soltanto un orizzonte tecnologico e commerciale, ma conoscere meglio l’uomo, il consumatore, il suo “potere d’acquisto fisiologico”. Poiché intendiamo pianificare per lui, dobbiamo conoscere le sue caratteristiche”.

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