Nella pianificazione e gestione di territori e servizi quante decisioni sono basate su dati reali?
Molti amministratori, a diversi livelli, manifestano una certa resistenza a capire l’importanza dell’adozione di mappe digitali 3D o meglio ancora di un Digital Twin per la programmazione del proprio territorio.
Abbiamo cercato di capirne le motivazioni:
- forse la mancanza di conoscenza delle nuove tecnologie e dei benefici che possono derivarne dal loro utilizzo e la errata convinzione che riguardino soltanto le città che hanno l’ambizione di voler diventare smart e non città sagge;
- forse le limitazioni finanziarie e la necessità di destinare le risorse ad altre priorità;
- forse, semplicemente, la resistenza al cambiamento e, quindi, la riluttanza ad adottare nuovi approcci nella gestione dei servizi e pianificazione del territorio.
Al di là di quelle che possono essere le concrete ragioni, una cosa è certa: occorre educare gli amministratori sulle potenzialità delle mappe 3D e del Digital Twin facendo conoscere i benefici anche attraverso gli usi che ne hanno già fatto altri.
La digitalizzazione della gestione dei servizi è un procedimento corale che coinvolge i diversi soggetti che partecipano alla realizzazione di uno specifico obiettivo di lavoro e ha come risultato pratico una gestione efficiente e una potente diminuzione di costi e tempi in tutte le successive attività di previsione, analisi, monitoraggio e azione.
I servizi che possono essere gestiti attraverso l’utilizzo di un Digital Twin sono i sevizi ordinari che hanno davvero poco di smart.
Si pensi al verde pubblico, alle caditoie e tombini, alla segnaletica, alla cartellonistica e ad ogni altro elemento che coinvolga la vita ordinaria dei cittadini come, ad esempio, il semplice numero civico.
Molti ignorano l’importanza che un civico corretto possa avere nella programmazione dei servizi e delle attività da offrire ai cittadini, ad esempio l’apertura di nuove scuole, la creazione di parchi o centri per l’assistenza sanitaria.
La mappa 3D del proprio Comune offre agli amministratori il grande vantaggio di avere una visualizzazione dettagliata e realistica di ogni singolo elemento del territorio in modo da avere a disposizione una serie di elementi che gli consentiranno di valutare preventivamente l’impatto delle loro singole decisioni sulla pianificazione del territorio, sulla gestione delle emergenze, sull’efficienza dei servizi e sulla partecipazione dei cittadini.
Il 19 Maggio scorso si è chiuso l’Avviso previsto dalla Misura 1.3.1 PDND del PNRR rivolto ai Comuni per ottenere un voucher economico da utilizzare per far transitare i propri dati ed accreditarsi alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) entro il 30/09/2023, così come imposto dal D.L. 22/09/2022, la cui mancata ottemperanza comporterà l’applicazione delle sanzioni previste dagli artt. 18-bis e 50-ter del Codice dell’Amministrazione Digitale.
Che cos’è la PDND?
La PDND, istituita con l’articolo 50-ter, comma 2 del Decreto legislativo 07/03/2005, n. 82, Codice dell’amministrazione digitale, è un progetto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) curato dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e da PagoPA spa.
L’obiettivo della piattaforma è quello di abilitare lo scambio d’ informazioni tra gli enti e la pubblica amministrazione favorendo l’interoperabilità dei sistemi informativi e delle basi dati pubbliche.
Attraverso la PDND si è voluto rendere concreto il principio europeo del “once-only”, cioè l’inserimento d’ informazioni una sola volta, permettendo così a cittadini e imprese di non dover più fornire i dati che la pubblica amministrazione (PA) già possiede per accedere a un servizio.
Tra i vari dati quelli geografici sono certamente tra le informazioni più utili e importanti per la PA poiché sono indispensabili per la programmazione e gestione territoriale, per le attività di protezione civile, per l’ottimizzazione dei trasporti, dei percorsi dei mezzi di servizio e in generale per l’efficiente funzionamento dei servizi pubblici.
Questa Misura rappresenta per i Comuni che hanno risposto all’Avviso un’importante occasione per cominciare a creare e valorizzare le proprie banche dati, vale a dire tutte quelle informazioni essenziali (numeri civici, toponomastica, verde pubblico, ecc.) relative alla distribuzione dei vari elementi sul territorio la cui conoscenza è indispensabile per sviluppare politiche pubbliche indirizzate a migliorare l’efficienza delle infrastrutture, la partecipazione dei cittadini e lo sviluppo sostenibile del territorio.
Dopo aver creato le banche dati e costruito il sistema per renderle interoperabili ogni PA ha compiuto il primo passo per creare un ecosistema diretto ad incrementare l’efficienza dell’azione amministrativa, ridurre la richiesta di dati al cittadino e creare nuove opportunità di sviluppo per le imprese.
Si suole dire che bisogna approfittare di ogni occasione, perché non sappiamo se ci sarà una seconda possibilità.
Nel caso di questa Misura le occasioni sono state tre. Nella terza (ed ultima) finestra temporale dell’Avviso sono pervenute n. 558 candidature di Soggetti Attuatori in Area SUD e n. 1.601 candidature dell’Area ALTRO.