Sommario
La scuola, come sapere e insegnamento, nel momento in cui è diventata istituzione ha assunto sembianze strutturali facilmente identificabili.
Giancarlo De Carlo nel libro La piramide rovesciata. Architettura oltre il ‘68, scrive: “La scuola è una struttura fisica destinata esclusivamente all’insegnamento, agli insegnanti e agli studenti come la prigione è una struttura fisica destinata esclusivamente alla detenzione, ai carcerieri e ai carcerati; la sua funzione è di accogliere una attività specifica e anche di isolarla dalle altre attività”.
De Carlo fa notare come “nell’epoca contemporanea è stato fatto poco per modificare i caratteri – autoritari e monumentali – che gli edifici scolastici hanno sempre avuto. Le scuole nelle città o nel territorio si distinguono subito, a primo colpo d’occhio: sono lì, enfatiche, e isolate, anche quando sono inserite nel più fitto dei tessuti urbani.”
Secondo De Carlo “La scuola non deve essere un’isola, ma una parte del contesto fisico e – al limite – il contesto fisico stesso considerato nel suo insieme e concepito, nel suo insieme, in funzione delle esigenze educative; non deve essere un dispositivo concluso, ma una struttura diramata nel tessuto delle attività sociali, capace di articolarsi alle sue continue variazioni”.
Progettare un edificio scolastico significa progettare un pezzo di città, uno stato di partecipazione collettiva e non statica.
Costruire una scuola vuol dire organizzare un luogo di occasioni di esperienza in cui si svolgono molteplici attività, dove si concentrano gli strumenti più specifici dell’attività educativa necessaria al reperimento, l’elaborazione e la trasmissione del sapere.
Qual’è la situazione dell’edilizia scolastica italiana?
L’edilizia scolastica italiana è un’edilizia anagraficamente anziana, comprende quasi 60 mila edifici scolastici e il 71% di questi sono stati costruiti dopo il 1960.
Secondo un’ indagine di Legambiente, fatta su un campione di 6.156 edifici presenti nelle città capoluogo di provincia, risulta che circa il 58% delle scuole manca delle certificazioni base come l’agibilità.
Più dell’87% è sotto la classe energetica C e sul 41,4% che sono in area sismica 1 e 2, solo poco più del 30% è costruito secondo la normativa antisismica.
Inoltre, molte scuole hanno ancora il fardello dell’amianto non bonificato riscontrato in quasi 145 edifici (la maggior parte situate al Nord) dei 6.156 oggetto d’indagine.
Per quanto riguarda, invece, la presenza di spazi educativi collettivi la metà delle scuole non ha impianti per lo sport e solo circa il 55% ha la mensa scolastica.
Dai dati dell’indagine emerge, inoltre, il forte divario tra Nord, Centro, Sud e Isole. Chi vive nel mezzogiorno, nelle zone rurali e nelle periferie, salvo poche eccezioni, non ha le stesse opportunità di chi vive al Nord e nei centri cittadini.
La pandemia che effetto ha avuto sul concetto di edilizia scolastica?
Spazi esterni, connessioni, progettazione a cluster, con spazi pensati come isole di attività e non più una scuola come struttura confinata dai muri sono state le considerazioni emerse durante la pandemia.
La domanda principale posta in maniera trasversale è stata quella di come riuscire a garantire a tutti il diritto all’istruzione in presenza cercando di superare anche le disuguaglianze educative tra i territori, emerse in maniera pesante durante la pandemia.
L’edificio scolastico, nel post pandemia, è stato pensato come un valore non solo per studenti e docenti, ma anche per le famiglie, sul modello dei Civic Center, luoghi aperti alla comunità, spazi in cui condividere, imparare, trovare soluzioni ai problemi e creare buone relazioni.
L’edilizia scolastica dev’essere ripensata in una dimensione oltre che educativa e sociale, anche infrastrutturale, di sostenibilità ambientale in modo da allinearla agli obiettivi della transizione ecologica.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto una serie di opportunità per fare un cambio di passo e creare scuole più rispondenti alle esigenze vecchie e nuove emerse durante il Covid.
In particolare, sono stati stanziati fondi diretti alla messa in sicurezza, riqualificazione e costruzione di nuove scuole innovative dal punto di vista architettonico e strutturale, sostenibili e con il massimo dell’efficienza energetica e della fruibilità degli ambienti didattici che sostituiranno i vecchi edifici.
Come realizzare una scuola innovativa e facilmente modellabile?
I moderni metodi di lavoro digitale, quali ad esempio il Digital Twin o gemello digitale, possono offrire una risposta positiva alla domanda sulla possibilità di realizzare una scuola la cui progettualità sia veloce, moderna e modellabile.
Il Digital Twin, ossia la replica digitale precisa di una struttura fisica, realizza la visione tridimensionale dell’edificio scolastico includendo tutte le informazioni che sono necessarie per la fase di realizzazione, gestione, manutenzione e futura ristrutturazione.
Un aspetto cruciale della costruzione e ristrutturazione delle scuole è la creazione di un ambiente di apprendimento sicuro, confortevole e funzionale.
Il Digital Twin
consente ai progettisti di ottimizzare, ad esempio, la disposizione delle aule, delle sale comuni, dei laboratori e degli spazi esterni per massimizzare l’efficacia dell’insegnamento e l’apprendimento degli studenti.
Inoltre, il gemello digitale può essere utilizzato per simulare e valutare l’efficienza energetica dell’edificio, la distribuzione della luce naturale e altri aspetti cruciali per il benessere degli occupanti.
Tutto questo non solo contribuisce a ridurre i costi operativi a lungo termine, ma anche a creare un ambiente sostenibile diretto a migliorare la qualità dell’ambiente scolastico.
Durante la fase di costruzione o ristrutturazione il Digital Twin può essere utilizzato per monitorare il progresso dei lavori in tempo reale, anche per individuare tempestivamente eventuali ritardi o discrepanze rispetto al programma.
Una volta che la scuola è stata completata il gemello digitale continua a svolgere il suo compito e diventa un prezioso strumento di gestione.
Difatti, può essere utilizzato per organizzare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio e garantire la conformità continua alle normative di sicurezza e di accessibilità.
Jean Piaget ci ricorda che “L’obiettivo principale della scuola è quello di creare uomini che sono capaci di fare cose nuove, e non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto”.
Linkografia
XX Rapporto sulla qualità dell’edilizia scolastica Legambiente
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Crediti