Dall’ Emilia-Romagna scorrono le diapositive di un disastro già visto: case e strade invase dall’acqua, treni interrotti e vite umane costrette, nella migliore delle ipotesi, ad invertire il corso ordinario delle loro giornate.
Quando si verifica un’emergenza legata al territorio i beni messi in pericolo sono molteplici, innanzitutto la vita umana, poi c’è tutto ciò che la natura o l’uomo hanno creato e modellato all’interno di un determinato spazio: paesaggi, case, strade, beni storici e tanti altri elementi.
Mentre le discussioni politiche si animano sulle misure del Green Deal, da attuare entro il 2050, il presente ci ricorda, che quelle che un tempo erano “eventi fortuiti” adesso sono eventi ordinari e non più emergenziali e che, pertanto, per arginare le emergenze occorre immediatamente partire dalla conoscenza accurata e precisa delle caratteristiche del territorio e dei potenziali rischi a cui esso è esposto.
I Sistemi Informativi Geografici
La tecnologia GIS (Sistemi Informativi Geografici) è un sistema software che consente di acquisire, analizzare, visualizzare e condividere informazioni derivate da dati geografici.
I GIS sono in grado di associare i dati alla loro posizione geografica, elaborandoli e interrogandoli per ottenere informazioni utili.
Permettono d’individuare le relazioni tra elementi geografici e diversi tipi di dati informativi, facilitando l’analisi e la comprensione del territorio.
La tecnologia GIS si rivela estremamente efficace nell’analisi delle diverse tipologie di rischio, evidenziando i vantaggi di un approccio geografico per identificare le aree a rischio e sviluppare procedure mirate alla previsione e alla prevenzione dei pericoli.
Per raggiungere il suddetto obiettivo, il territorio non va considerato come un elemento isolato, ma in una visione olistica che favorisca l’integrazione.
Le sue caratteristiche devono essere armonizzate con le attività umane e la distribuzione della popolazione, promuovendo una stretta interazione tra questi elementi.
I territori, nella loro dimensione fisica-umana, come insegna la Geosofia, per essere davvero compresi vanno studiati nelle loro dinamiche ed evoluzioni storiche: com’erano, come si comportavano e come sono diventati oggi.
I GIS con la loro capacità di sovrapporre, d’integrare e confrontare, d’indagare le relazioni spaziali tra diversi elementi geografici georeferenziati, di processare grandi moli di informazioni, di classificare gli elementi, diventano un valido strumento per studiare i territori nella loro evoluzione e individuare le potenziali tipologie di rischio.
La cultura preventiva e predittiva applicabile alla gestione dei rischi, attraverso i GIS e altre tecnologie, come i digital twins o gemelli digitali, si poggia, dunque, sulla riproduzione digitale precisa dei territori e città, che comprenda anche informazioni quali:
- l’individuazione delle zone di rischio;
- la localizzazione delle persone e delle attività da proteggere, tramite la posizione georeferenziata dei numeri civici che materializzano gli indirizzi di famiglie e delle attività produttive;
- la distribuzione delle aree verdi, non solo come elemento di abbellimento, ma come fattore per la prevenzione dei rischi. Un suolo privo di copertura vegetale o sfruttato intensamente per l’agricoltura è un suolo che rischia di essere maggiormente eroso dall’azione piovana rispetto alle aree boschive o seminaturali;
- l’individuazione di elementi apparentemente irrilevanti come tombini e caditoie, la cui pulizia ordinaria è fondamentale per la raccolta e regimentazione delle acque piovane;
- la georeferenziazione di beni vulnerabili e irriproducibili da tutelare, quali ad esempio chiese, palazzi ed altri beni storici.
La cultura preventiva e predittiva, applicabile attraverso l’utilizzo delle moderne tecnologie, insegna che la previsione del rischio non è possibile senza una conoscenza geografica dei luoghi che sia dettagliata e accurata in modo da permettere di valutare fenomeni complessi, derivati dalla commistione di elementi naturali e antropici.
Disastri che si susseguono, conseguenze ordinarie dei cambiamenti climatici sono tutte prove, non semplici indizi, che confermano, prepotentemente, che la valutazione della pericolosità e dei danni che possono derivare alle persone e al territorio deve essere fatta preventivamente.
Continuare a pensare che le immagini di oggi saranno soltanto l’oggetto di una futura mostra fotografica è da ingenui.
Linkografia
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Credits
Foto di Claudio Schwarz su Unsplash