In Italia, i centri sotto i 5.000 abitanti sono il 69,7% del totale dei comuni italiani, localizzati maggiormente nelle zone collinari e montane (con percentuali pari rispettivamente al 41,6 % e 32,2 %). Vi abitano oltre 10,5 milioni di persone, un quinto circa della popolazione nazionale.
I piccoli comuni rappresentano la metà del territorio nazionale ed hanno una forza autonoma per la qualità della vita e dell’ambiente, risorse strategiche che se accuratamente valorizzate possono portare ad un nuovo sviluppo economico.
“Abitare non è una moda, ma una metamorfosi”, ci ricorda il sociologo Aldo Bonomi.
Chi vuole ripopolare l’Italia dei piccoli comuni deve sapere e convincersi delle enormi potenzialità che si nascondono dentro un vicolo, in un cielo azzurro, in un albero che tocca le nuvole, nel silenzio di un paesaggio, in un piatto che ha il sapore di gusto antico, in un “buongiorno” di uno sconosciuto, in un tramonto che toglie il fiato, in un’alba che ti lascia immaginare una bellissima giornata.
Gli ultimi avvenimenti legati al Covid hanno dimostrato che il mondo sta cambiando velocemente, ma anche le strade per arrivare a questi piccoli borghi stanno diventando altrettanto veloci.
L’utilizzo del digitale e delle nuove tecnologie, consentiranno di offrire servizi analoghi a quelli delle città più smart, con la differenza di avere un contesto ambientale e sociale più sostenibile.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha investito nelle cosiddette “Aree Bianche”, ossia quelle zone scarsamente abitate che nessun operatore ha ritenuto abbastanza remunerativo per fare investimenti personali ed assicurare ai residenti una connessione a banda ultra larga.
Andrea Falessi, responsabile relazioni esterne della società Open Fiber, concessionaria che si è aggiudicata il bando Infratel e che sta sviluppando la rete pubblica in 7 mila Comuni, spiega: ” E’ un piano che porterà entro il 2023 la fibra ottica in tutte le Aree bianche. Sono già 523 i Comuni in rete, cioè dove i partner commerciali possono già incominciare ad investire perché è stata superata la fase di collaudo, mentre in oltre 2400 comuni i lavori di cablaggio sono in corso”. Il piano prevede la progettazione, realizzazione e manutenzione in modalità wholesale dell’infrastruttura di rete di accesso, sia passiva che attiva, per ogni unità immobiliare. I numeri rendono bene l’idea dell’impatto di questo investimento: 2,6 milioni sono le unità immobiliari già cablate fino al 31 maggio 2020”.
Il programma di innovazione “Smarter Italy”, promosso da Mise, Miur e Mid, con Agid come soggetto attuatore ed Anci quale ente facilitatore nei confronti dei Comuni interessati, guarda anche ai piccoli Comuni, definiti “Borghi del futuro” per sperimentare nuove tecnologie, prodotti e servizi innovativi nei settori della mobilità, dell’ambiente, del benessere dei cittadini e della cultura, che possono essere utili per contrastare il rischio spopolamento.
Le opportunità di crescita per le comunità grazie alla tecnologia, con benefici per aziende e cittadini, devono poter nascere e svilupparsi in qualunque luogo del nostro Paese, anche nei piccoli borghi.
La tecnologia nelle sue diverse declinazioni diventa, dunque, una infrastruttura fondamentale per portare innovazione nei servizi.
Indispensabile per migliorare, valorizzare la vita nelle aree rurali e nelle comunità locali.
Linkografia
- Nei piccoli borghi o nelle grandi città, la centralità dell’uomo sociale
- Smarter Italy, presentato segmento “Borghi del futuro” per digitalizzazione nei piccoli centri
- Rigenerare i borghi spopolati, ecco gli Smart Village
- Borghi e Digitale
- Smarter Italy: al via “Borghi del futuro”
- A10 – Borghi del futuro
- Vivere e lavorare nell’Italia dei piccoli borghi grazie alla connessione ultra-veloce